“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Il Cementificio di via Raiale chiude: altri 20 operai a spasso
La Sacci SpA ha di nuovo comunicato alle organizzazioni sindacali nazionali e provinciali che è intenzionata a chiudere definitivamente l'attività
CHIUDE IL CEMENTIFICIO DI PESCARA: ALTRI 20 OPERAI A SPASSO. La Sacci SpA, società proprietaria del cementificio di via Raiale a Pescara, ha di nuovo comunicato alle organizzazioni sindacali nazionali e provinciali che è intenzionata a chiudere definitivamente lo stabilimento dove sono attualmente occupati circa 20 lavoratori, tra impiegati e operai che attualmente mantengono il funzionamento dell'attività.
L'azienda aveva già avviato la prima procedura di riduzione del personale, lo scorso anno che terminerà il 13 luglio 2015. Per quella data, infatti, saranno eliminati definitivamente 50 lavoratori e così, complessivamente, l'indotto generato di circa 140 unità lavorative, tra personale interno ed esterno al cementificio, sarà definitivamente cancellato. Dunque, un vero disastro che si aggiunge agli altri nella Val Pescara che sta diventando un area della Regione Abruzzo compleatamente deindustrializzata.
La nuova procedura annununciata dalla Sacci Spa riguarderà 135 lavoratori a livello di Gruppo, con chiusura definitiva degli stabilimenti di Macerata e Pescara e, con riduzione della sede di Roma.
Le Organizzazioni Sindacali, nell’incontro con la Direzione Nazionale Sacci SpA, del 1° Aprile 2015, tenutosi presso la sede di Unindustria (Unione degli Indistriali e delle Imprese di Roma), hanno ribadito la non condivisione del piano e delle motivazioni addotte dalla Sacci SpA, chiedendo il ritiro della procedura, anche e, soprattutto, in considerazione delle possibili evoluzioni societarie.
Probabilmente verrà convocato l'ennesimo tavolo al Ministero delle Finanze ed Economia, ma le vertenze sono così numerose che, a questo punto, è persino difficile fissare un appuntamento.
Serve un piano Marshal per l'Abruzzo dove un giovane su due non lavora e gli imprenditori, ogni giorno, sono costretti ad abbassare le saracinesche perchè strangolati dalla crisi economica e dalle tasse che non cedono di un millimetro. Punto.
Redazione Independent