“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
I passaggi più importanti per la cura della minipiscina
Dall'igienizzazione alla disinfezione, passando per il controllo degli equilibri chimici é fondamentale sapere come mantenere in salute l’acqua
Sapere come mantenere in salute l'acqua della piscina o della minipiscina idromassaggio è essenziale per poterne fruire in tutta sicurezza. Vediamo quindi quali sono gli standard di igienizzazione adatti per le minipiscine idromassaggio di ultima generazione. Ma andiamo in ordine.
Cosa si intende quando si parla di minipiscine?
Le minipiscine con idromassaggio fanno parte di una nuova generazione di minipiscine, si contraddistinguono per un design moderno, una tecnologia innovativa e ampia possibilità di personalizzazione. Grazie alla tecnologia EPS – Polistirene Espanso Sinterizzato – le minipiscine con idromassaggio sono leggere e solide allo stesso tempo, ideali per essere installate anche su attici e solai.
Di seguito forniamo consigli su come mantenere in sicurezza l’acqua e la struttura della minipiscina privata.
1. Igienizzazione delle superfici della vasca
Una delle fasi principali nella cura della propria piscina consiste nella rimozione dei residui di sporco che possono accumularsi sulla superficie, sul fondo e sulle pareti. Per risolvere questi problemi esistono diverse soluzioni a seconda della tipologia di problematica.
Per togliere corpi indesiderati dalla linea di galleggiamento è consigliabile fare uso di un semplice retino, il discorso cambia radicalmente però se si parla delle pareti o del fondo della vasca. In questi casi la scelta migliore è sicuramente l’utilizzo di scope aspiranti e robot pulitori, strumenti in grado di scrostare e rimuovere qualsiasi tipo di detrito.
In aggiunta, nei casi più estremi, in cui potrebbero essersi accumulati dei corpi grassi in acqua, è bene usare dei prodotti chimici professionali capaci di risolvere il problema lasciando inalterato l’equilibrio della struttura. Si tratta di prodotti detergenti alcalini che permettono di non aggredire la membrana e facilitare le operazioni di pulizia.
Manutenzione di tubature, canalina e filtro
Una volta terminata la prima fase di rimozione dei corpi più grandi, bisogna assicurarsi che l’impianto di filtraggio e pulizia dell’acqua sia in perfetta forma per evitare che la minipiscina si sporchi nuovamente in breve tempo. Bisogna quindi curare tubature, canalina e filtri per evitare che si ripresentino costantemente gli stessi problemi. Inoltre, trascurare la pulizia del filtro può rivelarsi un errore madornale anche tenendo in considerazione che la sua ostruzione porta spesso a un innalzamento della pressione, fattore che può danneggiare gravemente le tubazioni dell’impianto. Controllare periodicamente questi aspetti della piscina è quindi una pratica che ci sentiamo di consigliare caldamente per allungare la vita dell’idromassaggio.
Disinfezione, prevenzione e cura tramite alghicidi e flocculanti
Successivamente è bene procedere con l’applicazione di sostanze chimiche in grado di prevenire la formazioni di corpi organici indesiderati e di facilitare la rimozione delle ultime particelle di sporco rimaste nella vasca. In particolare, con l’utilizzo degli alghicidi nelle minipiscine si può prevenire la formazione di alghe altri corpi organici potenzialmente dannosi per chi frequenta l’ambiente. Uno dei tanti errori commessi in questo caso è credere che questo tipo di prodotto sia in grado di rimuovere le alghe; in realtà, per far ciò, è necessario utilizzare strumentazioni e macchinari, come abbiamo visto precedentemente. L’utilizzo dei prodotti antialghe è quindi un processo da ripetere di frequente, un paio di volte alla settimana, allo scopo di prevenirne la formazione: basta versare circa 10g di prodotto per ogni m³ di acqua.
Altro discorso invece per la flocculazione. In questo caso si usano i flocculanti, sostante chimiche basate su processi di coagulazione delle sostanze metalliche che permettono di agglomerare corpi e particelle granulari sparsi in tutta la vasca. L’unione di queste piccole particelle consente una migliore rimozione tramite retino ed una efficacia maggiore dei sistemi di igienizzazione. A differenza degli antialghe, si tratta quindi di una cura, non di una misura preventiva. Questo significa che l’uso dei flocculanti è sporadico. Per utilizzarli è sufficiente versarne quantità di 4,5g per m3 di acqua con precedente diluizione in uno skimmer, a precedere il versamento in acqua.
Clorazione shock della vasca idromassaggio
Una delle fasi da ripetere ciclicamente nel corso dell’anno, ma a cui bisogna fare attenzione se non si vogliono danneggiare le tubazione della vasca idromassaggio, è la clorazione shock o superclorazione. Si tratta di una pratica da svolgere specialmente durante i cambi di stagione o quando si rimette in funzione la vasca dopo lunghi periodi di inutilizzo. Consiste fare uso di grandi dosi di cloro per disinfettare l’acqua in modo aggressivo.
La superclorazione avviene con la somministrazione di prodotto tra gli 8 e i 10g ogni 3 settimane, processo che consente di ossidare sostanze inquinanti derivanti da chi frequenta la minipiscina o da agenti atmosferici esterni. La superclorazione rende inutilizzabile la piscina per alcuni giorni, finché il livello di cloro contenuto nell’acqua non cala a sufficienza da non poter causare danni. Il dosaggio è solitamente personalizzato da vasca a vasca, per evitare danni importanti all’impianto è consigliabile fare affidamento al manuale relativo alla propria minipiscina.
Stabilizzazione e controllo degli equilibri chimici di pH e cloro
Quando si sono compiuti tutti i passaggi indicati nelle righe precedenti, la vasca risulterà sicuramente pulita e disinfettata. Ad ogni modo, questo non significa che sia immediatamente utilizzabile. Bisogna infatti sempre tenere sotto controllo gli equilibri chimici di pH e cloro per assicurarsi che i bagnanti non possano essere danneggiati dall’acidità dell’acqua.
In tal senso va analizzato il livello di pH della minipiscina. Per orientarsi meglio, viene utilizzata una scala da 0 a 14, intervallo che individua il livello ottimale di acidità tra 7,2 e 7,6. Per svolgere la misurazione esistono diversi strumenti, uno dei più comodi e veloci prevede l’uso di kit ideati per controllare il pH. Alcuni di questi kit permettono contestualmente anche la misurazione dei livelli del cloro, pratica importante per avere un quadro chimico completo della propria piscina. L’utilizzo di questi strumenti consiste nel mettere in un piccolo campione l’acqua contenuta nella piscina, nell’inserirci una sostanza chimica fornita con il kit e confrontare la colorazione ottenuta dal campione con i colori indicati sul relativo manuale. In questo modo sarà evidente quanto pH e quanto cloro sono presenti nella piscina.
Se il pH dovesse risultare basso l’acqua risulterebbe troppo acida, fatto che potrebbe causare bruciori alla pelle dei bagnanti, se invece il pH dovesse essere alto si parlerebbe di “acqua basica”. Una volta noto il livello di acidità è possibile intervenire con prodotti chimici in grado alzarne o abbassarne il pH