“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
I misteri morte del giornalista scomodo Antonio Russo
Mercoledì manifestazione davanti all'ambasciata russa per chiedere giustizia. Interrogazione Sel a Ministro Bonino
MORTE ANTONIO RUSSO. MERCOLEDI' MANIFESTAZIONE DAVANTI L'AMBASCIATA RUSSA. Il 16 ottobre del 2000 venne ritrovato ai bordi di una strada alla periferia di Tblisi, la capitale della Georgia, il corpo del giornalista originario di Francavilla Antonio Russo. Era stato torturato e della sua attività di reporter, come inviato di Radio Radicale per documentare le atrocità della guerra in Ceceni, non c'era più traccia. La polizia georgiana, infatti, perquisita la sua abitazione, non trovò nulla del suo telefono satellitare, del suo computer, della videocamera e, soprattutto, delle videocassette contententi il materiale girato da Antonio Russo sugli eccidi in Cecenia. Le indagini della procura di Roma e della Digos, supportate anche da fonti del quotidiano The Observer, dell'Ansa e del Corriere della Sera collegarono l'omicidio di Russo con le sue scoperte giornalistiche. Aveva infatti cominciato a trasmettere in Italia notizie circa la guerra, e aveva parlato di una videocassetta contenente torture e violenze dei reparti militari russi ai danni della popolazione cecena. Secondo alcuni suoi conoscenti, Russo aveva raccolto prove dell'utilizzo di armi chimiche illegali contro bambini ceceni, con pesanti accuse di responsabilità verso il governo di Vladimir Putin. A quasi trecidi anni dalla sua morte i familiari ed il parlamentare Gianni Melilla, che ha ufficialmente presentato un'interrogazione parlamentare al Ministro degli Esteri Emma Bonini, manifesteranno davanti all'Ambasciata Russa di Roma per fare luce su una storia che grida ancora vendetta.
Redazione Independent