“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
I dubbi di Teramo 3.0 sul "faraonico" progetto Acquedotto del Ruzzo
L'operazione annunciata dal Governatore Luciano D'Alfonso costa 52 milioni: serve per potenziare e risolvere le criticità della rete idrica teramana
A D'ALFONSO PIACCIONO I PROGETTI "FARAONICI". Il Presidente della Regione Abruzzo Luciano D’Alfonso ha convocato un incontro presso la Ruzzo Reti S.p.A., società interamente pubblica partecipata dal Comune di Teramo per l’11,37%, al fine di illustrare a tutti i sindaci della provincia un’opera di importanza strategica per il nostro territorio meglio noto col nome di “Progetto di potenziamento dell’acquedotto del Ruzzo”: costo 52 milioni di euro per ammodernare la rete idrica del territorio che, ogni anno, disperde nel terreno a causa della vetustà milioni di litri di acqua potabile. Il progetto è già stato depositato presso il Comitato interministeriale per la programmazione economica (CIPE)
I DUBBI DI TERAMO 3.0. Sulla questione interviene la consigliera comunale di opposizione alla Giunta Brucchi, Maria Cristina Marroni della civica Teramo 3.0 la quale si è riservata il diritto di accedere agli atti allo scopo di conoscere i dettagli dell'operazione di così vasta portata. Nel dettaglio la Marroni chiede che vengano fatte le opportune valutazioni: 1) ricordare come l’acqua potabilizzata sia notoriamente e decisamente di qualità più scadente rispetto all’acqua di sorgente; 2) l’acqua potabilizzata è molto più costosa per l’utenza; 3) la qualità delle acque che si vorrebbero potabilizzare è pessima 4) il fabbisogno provinciale di acqua corrisponderebbe a 1.500/2.000 litri al secondo, quantitativo congruente con la portata teorica dell’acquedotto esistente; 5) se le perdite nella rete idraulica del Ruzzo ammontano effettivamente a circa il 30% ed al motivo per il quale non vengono messe in campo azioni per la riduzione delle medesime; 6) il paventato raddoppio della portata del potabilizzatore di Collevecchio appare sovradimensionato rispetto alle reali esigenze idriche
LE CONCLUSIONI DI MARIA CRISTINA. "L’auspicio - conclude Maria Cristina - è che si percorrano tutte le strade affinché non venga penalizzata la qualità delle acque erogate nella provincia di Teramo, perseguendo la strada maestra della manutenzione della rete idrica esistente e della riduzione delle perdite eccessive che menomano gravemente la portata teorica dei nostri acquedotti".
Redazione Independent