“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
'I Due Lazzari' per l'Ucraina. "Città che ama, città che dona"
Parte da Spoltore l'iniziativa delle Chiese Evangeliche italiane
Città che ama, città che dona è il nuovo progetto che nasce a Spoltore per contribuire all'emergenza della guerra in Ucraina. Nasce attraverso un'Associazione Cristiana no profit, "I due Lazzari" che si occupa dei bisognosi sul territorio abruzzese con svariate attività. "In accordo con le chiese evangeliche si è deciso che una volta cominciata la guerra in Ucraina bisognava intervenire con quello che erano le nostre possibilità" le parole di Michele Angelucci, presidente dell'associazione. "Grazie alla collaborazione di altre realtà evangeliche in Italia è stato possibile e continua ad esserlo racimolare beni di prima necessità e spedirli nei luoghi colpiti dalla guerra. La svolta, che ci ha permesso di coinvolgere non solo le chiese, ma anche le istituzioni e il territorio è stata quando, dopo l'ennesima chiacchiera da bar, che sottolineava di come l'Italia inviasse solo armi in quei posti, ci siamo attivati chiedendo aiuti nel nostro comune di appartenenza. Abbiamo riscontrato una forte risposta sia dalle istituzioni che dalla popolazione. Alcuni esempi, ogni giorno in diversi supermercati sul territorio di Spoltore vengono messi da parte dai commercianti centinaia di cartoni di banane vuoti che andrebbero al macero e che invece vengono riutilizzati per contenere gli aiuti". Saulo Angelucci continua il racconto su come si è passati poi alla fase esecutiva "Il sindaco di Spoltore e la giunta si sono attivati per dare dei locali atti a ricevere il materiale patrocinando l'iniziativa. I volontari dell'associazione controllano e impilano ogni giorno cartoni su pedane. Le scuole e la protezione civile, hanno contribuito a donare mascherine e gel destinate al macero e che invece andranno negli ospedali rimasti in piedi in Ucraina. E poi, la gente, che risponde sensibilizzata di fronte al bisogno, e per i più scettici l'associazione ha messo a disposizione documenti fotografici con la nostra presenza sul territorio colpito dalla guerra. Non siamo brave persone come qualcuno ci etichetta, siamo persone che fanno bene al prossimo perché il nostro Signore ce lo chiede".