“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Housework. Altro stop
Manca un giudice salta l'arringa del principale imputato Luciano D'Alfonso. Sentenza attesa per l'11 febbraio
"HOUSEWORK". SALTA L'ARRINGA DI LUCIANO D'ALFONSO. Era attesa per questa mattina l'arringa di Luciano D'Alfonso, imputato nel processo "Hausework" sulle presunte tangenti al Comune di Pescara con l'imprenditore teatino Carlo Toto ed altre 23 persone. L'ex sindaco del Capoluogo adriatico doveva parlare alle 9e30, ne aveva la facoltà, così come previsto dal Codice di Procedura Penale, dopo era che era toccato al Pm Gennaro Varone formulare le richieste di condanna. Il magistrato originariod di Taranto aveva chiesto per l'ex Primo cittadino sei anni di reclusione, l'interdizione dai pubblici uffici e la confisca della villa di Lettomanoppello. Ma l'attesissima udienza odierna, l'aula 1 del tribunale era piena, è saltata per mancanza di un giudice del collegio giudicante presieduto da Antonella Di Carlo. Insomma, tutto rimandato a lunedì prossimo, mentre la sentenza è attesa per l'11 febbraio.
ASSOLUZIONE O CONDANNA? Quale sarà il verdetto del tribunale di Pescara dopo quatto anni di udienze, discussioni in aula, perizie giurate e testimonianze varie? In caso di assoluzione certamente il "tornado" D'Alfonso si abbatterà sulla vita politica della Regione Abruzzo con una forza devastante. In caso di condanna, anche lieve - magari abuso d'ufficio - potrebbe significare l'ennesimo stop politico per la "Locomotiva Lettomanoppellese". Dopo aver saltato la candidatura al parlamento, per i noti problemi giudiziari, potrebbe anche mancare all'attesa competizione regionale che è già entrata nel vivo.
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