“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Hagel (difesa) e Brennan (Cia)
Sicurezza. Le nomine al top del presidente Obama. Israele è preoccupata per teoria del 'magnifico isolamento'
OBAMA NOMINA HAGEL ALLA DIFESA E BRENNAN ALLA CIA. Dopo aver nominato John Kerry nuovo segretario di stato al posto di Hilary Clinton, Obama cambia il ministro della difesa e capo del Pentagono ed il direttore della Cia. Chuch Hagel e John Bennan sostituiranno rispettivamente Leon Panetta alla difesa e David Petraeus alla Cia, dimessosi a causa dello scandalo della relazione extraconiugale avuta con Paula Broadwell.
LA FIGURA DI HAGEL. Hagel, veterano decorato del Vietnam, è un repubblicano molto vicino alle posizioni di Obama. A suo tempo criticò George Bush padre per la guerra in Iraq, anche se in precedenza aveva votato a favore dell'intervento militare. Ha anche criticato Bush per la guerra del 2006 tra Israele e gli Hezbollah. In ogni caso la sua nomina, come anche quella di Kerry e di Bennan, dovrà essere ratificata dal Senato a maggioranza repubblicana, che non gradisce molto la posizione che Hagel ha assunto sullo scacchiere mediorentale, posizione invisa ad Israele.
LA FIGURA DI BENNAN. Contrariamente a quanto qualcuno si attendeva, a capo della Cia non è stato nominato Mike Morrel che ha retto l'agenzia dopo le dimissioni di Petraeus, ma Brennan che ha avuto un percorso tutto interno alla Cia dove ha fatto carriera e dove ha lavorato per 25 anni. Brennan ha diretto la sezione segreta dell'antiterrorismo che ha portato all'uccisione di Bin Laden. E' un personaggio molto ascoltato da Obama per i suoi modi spicci di liquidare il terrorismo. A lui deve attribuirsi la paternità dell'impiego dei droni in Pakistan e nello Yemen. Per la stampa liberal Bannan è "colui che decide chi deve morire", all'interno della Casa Bianca. E' stato anche criticato per i metodi d'interrogatorio utilizzati all'epoca Bush come il famigerato waterboarding.
LA PREOCCUPAZIONE DI ISRAELE. Il capo della Knesset, Rivlin, ha criticato la scelta del presidente Obama, poiché la "teoria del 'magnifico isolamento' di Israele, propugnata da Hagel, muterebbe la strategia degli Usa nel mondo. Ciò ci preoccupa, ma non ci allarma". Un cambiamento nella politica estera americana lo intuisce anche il ministero degli Esteri iraniano, che in una nota auspica "che Washington si mostri più rispettosa dei diritti degli Stati"
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