“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Grillo grida al Golpe
Incredibile Legislatura N.XVII: dalle mancate commissioni al "governissimo". Ma Berlusconi era candidabile?
IL M5S OCCUPA IL PARLAMENTO PER PROTESTA I parlamentari "grillini" protestano per la mancata nomina dei componenti delle 14 Commissioni permanenti e delle due Giunte. Secondo l'M5S il parlamento può funzionare con le commissioni pur in assenza del governo. Di parere diverso è la stragrande maggioranza del Parlamento che ha rinviato la loro costituzione a dopo la formazione del nuovo governo. I "grillini" hanno ragione nel sostenere che in base ai regolamenti di Camera e Senato, la mancata formazione del governo, non impedisce l'insediamento delle commissioni. Ma la prassi consolidata vuole che diverse commissioni siano presiedute da parlamentari dell'opposizione come nel caso della commissione COPASIR che nella passata legislatura è stata presieduta da Massimo D'Alema. Poichè non si è ancora costituita una maggioranza di governo, non si conosce nemmeno quali partiti saranno all'opposizione, e quindi,attualmente, non è possibile stabilire quali commissioni saranno presiedute dalla maggioranza e quali dall'opposizione. Zaia, capogruppo Pd al Senato, ha affermato che: «si è convenuto a larga maggioranza che l'intreccio del meccanismo regolamentare e della prassi, suggerisce di formare le commissioni solo dopo la formazione del governo. La stessa commissione bilancio, qualora si formasse, non potrebbe funzionare perché sarebbe impossibilitata di
esaminare i progetto finanziari e di bilancio la cui predisposizione, in base alla Costituzione è di competenza del governo».
MANCATA COSTITUZIONE DELLE COMMISSIONI. GRILLO: «E' GOLPE». Grillo, nel suo blog invece ha sostenuto che si è trattato di un golpe. «L'Italia non è più una Repubblica parlamentare, ma una Repubblica partitica», ha affermato il comico genovese ignorando che una Repubblica perfettamente parlamentare, così come l'intende lui, non esiste. Purtroppo, la conseguenza è che, non avendo aderito all'invito alla collaborazione col Pd per formare un governo a guida Bersani, il M5S o renderà il paese ingovernabile o costringerà il Pd alle "larghe intese" o a qualche altra forma di inciucio. Pensare, che il paese possa essere governato dalle commissioni parlamentari è pura utopia. Ritenere poi, come qualche esponente pentastellato pensa, che il governo dimissionario di Monti, che non rispecchia nemmeno l'esito delle urne possa funzionare normalmente, è antidemocratico e estremamente pericoloso per le possibili derive autoritarie.
LE GIUNTE PER LE ELEZIONI E PER LE AUTORIZZAZIONI A PROCEDERE. Invece sull'altra questione, quella della mancata convocazione delle due giunte, le obiezioni dei "grillini" sono sacrosante. Infatti il regolamento del Senato prevede che il suo presidente, «non appena costituiti i Gruppi parlamentari, nomina i componenti della Giunta per il Regolamento, della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari». Siccome i gruppi sono stati costituiti, nulla osta alla nomina dei componenti delle Giunte. Quella per il Regolamento, che ha il compito di stabilire i casi di ineleggibilità, non è stata ancora formata e quindi per ora non potrà esaminare i numerosi casi sono di ineleggibilità, a partire da quella di Berlusconi.
BERLUSCONI INELEGGIBILE IN BASE ALLA LEGGE. Infatti in base alla legge 361 approvata nel 1957, quindi ben prima della sua discesa in campo,è ineleggibile chi è beneficiario di una concessione Statale "in proprio o come amministratore". Poiché Berlusconi controlla Mediaset, la rete che trasmette in virtù di una concessione statale, non avrebbe mai potuto far parte del parlamento italiano. Purtroppo però fino alla passata legislatura la "Giunta delle elezioni", ha impedito il rispetto della legge, inventandosi che l'ineleggibile non è B., bensì il suo amministratore Confalonieri. Dunque, secondo la commissione, la legge escluderebbe il dipendente, Confalonieri, e non il suo datore di lavoro Berlusconi!
LA DUBBIA POSIZIONE DEL PD SULL'INCANDIDABILITA' DI BERLUSCONI. Il M5S ha esplicitamente dichiarato che voterà per l'ineleggibilità di B. In un primo momento anche i senatori del Pd, a partire dal capogruppo Zanda, si erano dichiarati favorevoli a votare per l'ineleggibilità del padrone di Mediaset, raccogliendo così l'appello di Paolo Flores D'Arcais che con Micromega ha raccolto oltre 250.000 firme. Successivamente, grazie soprattutto al rifiuto di Grillo di scendere a patti con il Pd, i favorevoli al " governo di larghe intese" all'interno al Pd, sembrano aver preso il sopravvento tanto che Franceschini ha recentemente dichiarato «che ci piaccia o no,gli italiani hanno stabilito che il capo della destra, una destra che ha preso praticamente i nostri stessi voti è ancora Sivio Berlusconi. E' con lui che bisogna dialogare», allineandosi così alla posizione dei vari Renzi, D'Alema ecc.. Dimenticando però che se B., non disponesse del supporto delle reti di sua proprietà, di parte della TV pubblica e di una buona fetta della stampa, le sue campagne elettorali difficilmente gli consentirebbero quei recuperi prodigiosi di consensi che anche in questa tornata elettorale abbiamo visto e che forse lo vedranno vincitore nella prossima. E tutto questo grazie anche ai puri e duri del movimento pentastellato.
Clemente Manzo