“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Green Hill deve morire...subito!
Un viaggio da incubo verso la "Collina Verde". Il mostro della vivisezione sacrifica beagle in nome della ricerca scientifica
IL PROGRESSO NON E' NELLA VIVISEZIONE- A volte è difficile capire cosa significhi il progresso e, soprattutto, per quali "strade" debba passare per assolvere la sua funzione. Una cosa però è certa: la vita, qualsiasi sia la forma presa in considerazione, va sempre rispettata. Il 2 Dicembre 2011 si è svolto un presidio di fronte al municipio di Montichiari (Brescia) per chiedere al sindaco ed alle istituzioni la chiusura di un allevamento: il suo nome è Green Hill. Fate attenzione poiché questo nome così "pacifico" in realtà nasconde una delle più atroci realtà economica oggi presenti in Italia. Questa "fabbrica della morte" fornisce cani beagle per le più grandi aziende farmaceutiche occidentali e, purtroppo, la maggior parte di questi poveri animali è destinata alla vivisezione.
GREEN HILL: LA FABBRICA DI MORTE - La nostra giornata incomincia alle 4 del mattino. Si parte da ogni parte d'Italia per raggiungere il presidio e fare la nostra parte nella lotta alla vivisezione. Già, il termine vivisezione è conosciuto e disprezzato da tutti, però la sua reale dimensione la si percepisce soltanto venendo a contatto con la realtà. E il viaggio verso Montichiari ha da subito mostrato cosa significhi veramente questa pratica "barbara". Appena arrivati, verso le ore 10,30, troviamo un non troppo folto gruppo di animalisti. Lo spazio, davanti al municipio, è occupato da decine di croci bianche, con le foto di poveri beagle condannati a morte. Subito il nostro stato d'animo volge al peggio e s'incupisce. Difficile commentare le emozioni che si provano una volta immersi in questa dimensione irreale. Un senso di dolore, rabbia ed impotenza si impadronisce delle nostre anime. Entriamo subito in contatto con dei rappresentanti del "Comitato Montichiari contro Green Hill", da anni in lotta per questo nobile fine. Molti dei racconti e filmati che girano sul web sono opera loro e rendono l'idea di cosa possano subire quei poveri cani rinchiusi nell'allevamento lager. Queste informazioni non saranno mai trasmesse in tv nella loro interezza, tantomeno pubblicate su riviste nazionali. Una testimonianza troppo scomoda da far digerire all'opinione pubblica e si correrebbe il "rischio" di chiudere queste 'fabbriche di morte', fonte di reddito per un sistema corrotto e privo di alcuna coscienza. VERGOGNA! E' l'unica parola che ci viene spontanea urlare. Veniamo a conoscenza del fatto che questi poveri animali vivono in condizioni al limite della sopravvivenza: senza mai vedere una sola volta la luce del sole e senza mai aver messo una sola volta "zampa" su un prato. Per alcuni di loro è addirittura precluso lo stare sulle zampe (i muscoli ovviamente si atrofizzano e non riescono nemmeno a camminare). Ad altri tocca la sorte di subire l'amputazione delle corde vocali per impedire di strillare dal dolore quando verranno presi e vivisezionati! OSCENO! UNA MOSTRUOSITA'! Ecco cos'è Green Hill: una fabbrica di carne viva da massacrare con i più sadici esperimenti. Secondo la Marshall, l'azienda proprietaria della "collina verde", quei poveri beagle non sono animali da affezione, ma solo cavie da laboratorio.
STRISCIA, IL SINDACO E LA PETIZIONE - Insomma, ci troviamo catapultati in una realtà da incubo ed il suo nome è Green Hill. Per fortuna nel giro di un ora il numero di manifestanti cresce considerevolmente, così come aumentano di tono gli slogan inneggianti la sua chiusura. Un senso nuovo di speranza sembra giungere quando si presenta anche l'inviato di Striscia la Notizia, Edoardo Stoppa. Ultimamente i suoi servizi stanno aiutando gli animalisti in lotta per i diritti degli animali. Il corteo si infiamma alla vista del sindaco di Montichiari Elena Zanola, accusata di difendere gli ineressi della Green Hill. Del presidio fa parte anche un ex membro del Governo, l'ex Ministro del Turismo Michela Brambilla, da anni impegnata nella difesa dei diritti degli animali e grande sostenitrice della "battaglia" . Al sindaco viene anche presentata una petizione con ben 17mila firme. Cosa accade tra Edoardo Stoppa ed il sindaco Elena Zanola è documentato dalle immagini mandate in onda da Striscia La Notizia. INCOMMENTABILE! Non sapendo come giustificare l'orrore, il Primo cittadino bresciano sceglie la via vigliacca della fuga pur di non rispondere alle domande di Stoppa.
COSA ACCADE SULLA COLLINA VERDE? - Dopo la pietosa performance del sindaco il presidio decide di muovere verso la Asl del comune di Mortirolo, la quale è stata accusata di aver condotto controlli superficiali sulle attività di Green Hill. Le urla di rabbia dei manifestanti sembrano quasi divertire gli impiegati. Dai loro uffici accolgono la nostra manifestazione "con tono di sfida", dimostrando una totale mancanza di rispetto per i poveri 2800 beagle rinchiusi nel lager. Verso le 15 decidiamo di fare il grande il passo, ovvero recarci di persona a Green Hill per vedere con i nostri occhi la "collina dell'orrore", consapevoli di incorrere in rischi, ma soprattutto spaventati di vedere con i nostri occhi questo campo di concentramento per beagle. Così ci mettiamo in macchina e ci dirigiamo verso l'allevamento che, ovviamente, si presenta ben nascosto, in cima ad una collina, totalmente circondato da alberi, alla fine di un lungo viale. Ad attenderci all'ingresso c'è un corposo presidio dalla Guardia Forestale e dalla Polizia di Stato. La vista per un solo attimo di Green Hill ci fa gelare il sangue. Gli attivisti smettono di parlare. La vista di quei capannoni (ci dicono che ne esiste uno addirittura costruito sotto terra) vale più di mille parole. Un solo sentimento si fa breccia dentro noi: DISTRUGGERE PER SEMPRE GREEN HILL. Un poliziotto, molto loquace ed accomodante ci invita ad andarcene. Ci fa capire che corriamo il rischio di essere segnalati e chissà cos'altro. Io lo interrompo dicendogli: "Ma lo sai cosa succede li dentro? Non senti le grida di dolore dei poveri cani rinchiusi". Lui sorride e mi mi risponde: "Non sento nessun cane lamentarsi!" Certo che non li sente, penso dentro di me. Forse quei poveri cani hanno le corde vocali recise, ma è inutile parlarne con chi per lavoro è costreto ad obbedire agli ordini. Prima di andare via dal quel posto orrendo, decidiamo di raccoglierci in una preghiera funebre per vittime del lager. Ci salutiamo con una promessa solenne: finchè Green Hill non chiuderà CONTINUEREMO a LOTTARE. Noi rispettiamo ed amiamo i poveri beagle rinchiusi in Green Hill, così come tutti gli altri esseri viventi, e vogliamo continuare a credere nel sogno che in Italia, e ovunque nel mondo, mai più potranno prosperare aziende della morte. La vivisezione è morte e il fine, qualsiasi esso sia, non sempre giustifica i mezzi!
Dante Chiacchiaretta