“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Grandi Rischi. Oggi la verità
Il mondo guarda L'Aquila. Non è la scienza sotto processo ma le 'rassicurazioni' degli scienziati
GRANDI RISCHI. OGGI IL VERDETTO. Tra poche ore il giudice unico Marco Billi emetterà, dal tribunale di L'Aquila, una sentenza, che si puotrà definire storica a prescindere, per il mancato allarme emesso dalla commissione Grandi Rischi, riunitasi il seduta il 31 marzo 2009, verso i cittadini di L'Aquila e del cratere. Saranno assolti i sette componenti della commissione oppure verranno condannari per omicidio plurimo colposo e cooperazione in disastro colposo, oltre alle lesioni gravi? E' storia triste, purtroppo, che il 6 aprile - esattamente una settimana dopo la riunione - alle 3,32 su L'Aquila (e dintoni) si abbattè un devastante terremoto che provocò la morte di 308 persone, 1500 feritie ed oltre 10 miliardi di danni. In aula ci sono le tv di tutto il mondo: dalla Cnn ad Al Jazeera e le reti televisive giapponesi.
LE RICHIESTE DI ACCUSA E DIFESA. I pubblici ministeri Fabio Picuti e Roberta D'Avolio della Procura di L'Aquila hanno chiesto la condanna dei 7 imputati a quattro anni di carcere. Di parere opposto il collegio della difesa che ha chiesto l'assoluzione con formula piena per tutti gli accusati secondo la ormai nota formula che "i terremoti non si possono prevedere". Ma in questo processo non è sotto accusa la scienza, bensì le persone: cioè gli scienziati che hanno rassicurato i cittadini nonostante il pauroso sciame sismico