“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Governo, Ue e partiti (tutti) ... "Nuntereggae più"
Le noie della Legge di Stabilità, l'Europa vuole i soldi dell'Imu, il congresso Pd, lo zoo in casa Pdl e Vendola cerimoniere
TEMPI DURI PER GOVERNO E PARTITI (MAGGIORANZA E OPPOSIZIONE). Fosche nubi si addensano sul governo del nipote Letta tirato da tutte le parti dall'UE, dai Sindacati dalla Confindustria e dalla Confcommercio, ma anche da due partiti che lo sostengono cioè Scelta Civica e Pdl che si stanno sfaldando. Ma se "Atena piange Sparta non ride" perché anche il Pd è scosso dalle beghe interne rappresentate dal gonfiamento delle tessere, in stile democristiano, in vista del congresso e dal riacuirsi del contrasto, mai sopito, tra le due anime del partito quella democristiana e quella socialista presenti nel partito che fu di Berlinguer.
L'UNIONE EUROPEA BOCCIA LA LEGGE DI STABILITA'. Sull'ottimismo di Letta e Saccomanni, secondo cui i conti sarebbero a posto, arriva come una doccia gelata il parere della Commissione Europea che ha bocciato la legge di stabilità. Il documento dell'Unione, senza mezzi termini, afferma che il contenimento del debito è insufficienti, che il rapporto tra deficit e PIL è pericolosamente vicino alla soglia fatidica del 3%, e che saranno quindi necessarie ulteriore misure correttive. Benché lo stesso Olli Rehm, responsabile economico europeo, si fosse espresso contro l'abolizione dell'IMU, il governo non ha sentito ragioni perché non poteva non subire il ricatto del Pdl per cui la prima casa, essendo "sacra", non si tassa, pena la crisi del governo. Ora però dopo la stroncatura europea, difficilmente si troveranno le risorse finanziarie per la seconda rata IMU del 2013.
L'ITALIA RISCHIA NUOVAMENTE LA PROCEDURA D'INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO. Se poi qualcuno degli oltre 3.000 emendamenti alla legge di stabilità dovesse passare, annacquandola ulteriormente, allora la Commissione europea a maggior ragione riaprirebbe la procedura d'infrazione per deficit eccessivo. E mentre Saccomanni, beato lui, continua ad essere fiducioso nonostante tutto, se ne vanno i circa 3 miliardi di euro da utilizzare per investimenti
produttivi. Infatti la maggiore flessibilità prevista sul bilancio ci avrebbe consentito di sforare il deficit se il rapporto con il Pil fosse sceso sensibilmente sotto il 3%, cosa che per la Commissione non si verificherà. Dunque, mancano tre miliardi all'appello e per giunta il rischio della riapertura della procedura d'infrazione si fa concreto. Intanto, le fibrillazioni interne al governo aumentano dopo la scoperta che la Cacellieri avrebbe mentito al parlamento sulla telefonata a Ligresti. Ora poichè sia
il Colle che Letta hanno fatto quadrato attorno al ministro della giustizia che quindi non si tocca, il Pd deve ingoiare il rospo, sopire i mugugni e sperare nelle dimissioni della Cancellieri, prima del voto di sfiducia chiesto dal M5S.
IL TERREMOTO NEI PARTITI DELLA MAGGIORANZA E DELL'OPPOSIZIONE. Ancora più del Pd sono gli altri partiti della maggioranza ad essere in serie difficoltà dopo l'implosione di Scelta Civica e la scissione di fatto del Pdl o Forza Italia, che dir si voglia, divisa tra governativi e lealisti. Oppure, se preferite, tra "diversamente berlusconiani " o "colombe" da una parte e "lealisti", "pitonesse e pitoncini", "falchi" e tutto il resto dello zoo dall'altra. Anche nella sinistra più radicale, quella della Sel, il mare è a forza otto dopo la rivelazione della cerimoniosa telefonata fatta da Vendola al factotum dell'ILVA Archinà. Quello che umilia il popolo di sinistra, più che la fragorosa risata ai danni del povero
intervistatore sbeffeggiato, sono state le sue parole servili:"Faccia sapere all'ingegnere che il presidente non si è defilato". Dove l'ingegnere sarebbe quel tal Emilio Riva, responsabile, secondo la procura, del disastro ambientale provocato dall'ILVA. Se poi aggiungiamo che Vendola è anche indagato dalla procura di Taranto di concussione per la vicenda del direttore generale dell'Arpa Giorgio Assennato che si sarebbe permesso di essere troppo scrupoloso nei controlli sull'ILVA, il quadro del disastro nella Sel si fa completo. La conclusione di queste fosche riflessioni è che i cittadini, di destra e di sinistra, nelle prossime elezioni europee, non sapranno a chi dare il proprio voto. Considerando anche le cadute di stile di Grillo che, tra l'altro, strigliò i deputati pentastellati che avevano osato proporre l'abrogazione della legge Bossi-Fini quella del reato di clandestinità, non vorremmo che l'alternativa fosse il non voto.
Clemente Manzo