“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Gli occhi del nuovo Egitto
Oltre 17 milioni di egiziani in piazza contro Morsi. Domani scatta la "disobbedienza civile" per cacciare il Regime
OCEANICHE MANIFESTAZIONI DI PROTESTA CONTRO IL REGIME IN EGITTO. Il bilancio, dopo un anno dall'elezione di Mohamed Morsi alla carica di presidente della repubblica,è stato catastrofico per. Morsi. Egli, sostenuto dagli islamisti dei "Fratelli Musulmani", non solo ha varato una costituzione di ispirazione fondamentalista e contestata dal "Fronte di Salvezza Nazionale", ma ha aggravato la crisi economica e sociale in cui versa il paese sull'orlo del default: Il debito pubblico del Cairo è passato nel giro di un anno da 33 a 45 miliardi di dollari nonostante i generosi finanziamenti di Libia, Turchia, paesi del golfo e FMI. La disoccupazione è in pericolosa crescita, le entrate derivanti dal turismo, la principale risorsa del paese, sono in caduta libera, mentre la corruzione dilaga nei gangli del potere.
17 MILIONI DI EGIZIANA IN PIAZZA CONTRO MORSI. L'anniversario di Morsi è stato accolto da oceaniche manifestazioni di protesta in tutto il paese, le più ampie da un anno a questa parte.
Ben 17 milioni sono gli egiziani scesi in piazza nonostante la feroce repressione delle forze dell'ordine e dell'esercito che ha causato fin'ora 23 morti e quasi 800 feriti. In un duro comunicato l'opposizione, nient'affatto intimorita dalla reazione del regime, ha dato a Morsi "tempo fino a domani martedì 2 luglio alle 17 per lasciare il potere e consentire alle istituzioni di prepararsi per le elezioni presidenziali anticipate". In caso contrario sarà proclamata "una campagna di assoluta disobbedienza civile" .
LA NUOVA COSTITUZIONE EGIZIANA PRESIDENZIALISTA ISPIRATA ALLA SHARIA. La nuova costituzione egiziana, ispirata alla Sharia, approvata con un referendum molto contestato dall'opposizione, concede quasi pieni poteri al presidente della repubblica. Morsi, che ha respinto la richiesta di dimissioni, intervistato dal britannico The Guardian, ha affermato "Ci possono essere manifestazioni e le persone possono esprimere la loro opinione, ma il punto cruciale è l'applicazione
della costituzione. Questo è il punto cruciale".
5 MINISTRI E L'ESERCITO SI SCHIERANO CON I MANIFESTANTI. La drammatica situazione del paese, diviso tra i "Fratelli Musulmani " da una parte, che difendono Morsi a spada tratta e dall'opposizione guidata dal "Fronte di salvezza nazionale" dall'altra, nelle ultime ore ha visto l'improvvisa presa di posizione dei ministri del Turismo, Telecomunicazioni, Ambiente, Risorse idriche e Relazioni con il Parlamento che si sono dimessi per unirsi ai manifestanti. Poco dopo anche
l'esercito, temendo il pericolo di una guerra civile, in un comunicato ufficiale si è schierato con l'opposizione concedendo 48 ore di tempo al presidente per trovare un accordo con l'opposizione.
L'OCCIDENTE SULLE SPINE PER LA CRISI EGIZIANA DA IL BENSERVITO A MORSI. Prudentemente Morsi e i "Fratelli Islamici", si sono guardati bene dal cambiare la politica estera di Mubarak filo occidentale e filo israeliana (l'Egitto è stato il primo paese arabo a stipulare un accordo di pace con Israele), così come gli USA, l'UE e il FMI, non hanno mai negato il necessario sostegno economico ad un regime sostanzialmente autoritario, che garantiva però,nello scacchiere medio orientale, la conservazione degli equilibri politici con lo stato israeliano. Ora però che la protesta popolare è sul punto di far cadere il regime, anche il presidente americano Obama, ha preso le distanze da Morsi. Infatti, mentre è in viaggio in Africa, ha dichiarato che gli aiuti all'Egitto "saranno dati solo se sarà rispettata la legge, se il governo ascolterà l'opposizione e se non sarà usata la violenza".
Clemente Manzo