“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Giustizia vs. Green Hill atto finale, Pezone: «Attendiamo una sentenza storica»
Anche un avvocato di Francavilla al Mare nel processo alla fabbrica della morte. Intanto 3000 beagle resteranno nelle famiglie
Il Giudice del Tribunale di Brescia ha rinviato al 12 gennaio 2015, alle ore 9,00, quella che dovrebbe essere probabilmente l'ultima udienza del processo nei confronti dell'allevamento Green Hill. Il Giudice, in quell'occasione, ascolterà la requisitoria del Pubblico Ministero, Ambrogio Cassiani e le arringhe di difesa e delle parti civili tra cui Lega Nazionale per la Difesa del Cane.
Durante l'udienza del 22 dicembre 2014 sono stati ascoltati il medico veterinario Enrico Moriconi, consulente della Procura, e Fabrizio Rueca, professore di Medicina Veterinaria dell'Università di Perugia con Massenzio Fornasier, presidente della Società Italiana Veterinari Animali da laboratorio, entrambi consulenti della difesa di Green Hill, che hanno presentato le relazioni sulle terapie praticate nei confronti dei cani soppressi, oggetto del capo di imputazione inerente "l'uccisione non necessitata di animali". Per stessa ammissione della proprietà di Green Hill, diversi cani che non potevano essere venduti per la vivisezione, erano inviati, insieme a molte fattrici divenute anziane, alla società britannica B&K, sempre del gruppo Marshall, per estrarne sangue e sieri. "Riteniamo che l'istruttoria abbia confermato le ipotesi accusatorie e confidiamo in una sentenza che possa costituire uno storico caposaldo giurisprudenziale in materia di maltrattamento di animali" - ha commentato l'avvocato Michele Pezone Responsabile Diritti Animali LNDC.
Una vittoria è comunque già arrivata: i quasi 3000 Beagle salvati da Green Hill rimarranno con le famiglie che li hanno adottati e l'allevamento non sarà riaperto.
Redazione Independent