“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Giornalismo, precari e web
Lettera al neo sottosegretario Legnini: «Stop allo sfruttamento». Ma chi pensa alle ragioni della rete?
GIORNALISTI PRECARI E EDITORI INDIPENDENTI APPELLO A LEGNINI. «Riteniamo che oggi il Governo non possa più assistere passivamente alla perpetuazione dello sfruttamento incontrollato e selvaggio dei giornalisti lavoratori autonomi. Per questo le chiediamo di convocare immediatamente la Commissione per l'equo compenso e di dare concreta applicazione alla legge 233/2012, che nasce esplicitamente per dare attuazione all'articolo 36 della Costituzione anche nei confronti dei giornalisti lavoratori autonomi». E’ uno dei passaggi dell’appello che i coordinamenti di base dei giornalisti freelance e precari italiani rivolgono al neo sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Editoria, Giovanni Legnini. La lettera – a firma di YaBasta! Giornalismo e dignità (Toscana), FreeCCP (Emilia Romagna), Re:Fusi (Veneto), Errori di Stampa (Lazio), Terzo Stato (Molise), Informazione Precaria (Puglia), Coordinamento giornalisti precari campani e Coordinamento giornalisti precari e freelance del Friuli Venezia Giulia – è stata inviata a 5EURONETTI, la rete dei freelance e precari dell’informazione abruzzese, ed è stata presentata oggi a Pescara nel corso dell’iniziativa “Corto circuito. Politica e informazione, equilibri precari” organizzato dal gruppo abruzzese, che ha sottoscritto l’appello. Legnini avrebbe dovuto prendere parte all’evento, ma per motivi istituzionali è stato costretto a rinunciare. «Oggi, in Italia, più della metà dei giornalisti – si legge nel documento – non ha un contratto di assunzione stabile e la maggior parte di questi, pur coprendo settori rilevanti dell'informazione quotidiana, riceve compensi irrisori. E si vede costretta a lavorare non solo senza sicurezze e prospettive personali, ma anche in condizioni offensive della propria dignità, sotto il costante ricatto di perdere ogni possibilità di lavoro».
UN PEZZO A 2-5 EURO. Oggi non è raro per un freelance o collaboratore esterno essere costretto ad accettare retribuzioni anche di 2-5 euro a pezzo, con una media di 10-20 euro (al lordo di spese, tasse e contributi a carico), o prestazioni gratuite per averne altre retribuite, o proposte di lavoro in nero o con contratti palesemente inadeguati od irregolari. Il tutto definito in maniera unilaterale dagli editori, e con retribuzioni spesso corrisposte in ritardo anche di mesi. «La situazione – si legge ancora nella lettera – è così grave che secondo le ricerche effettuate sui dati dell'Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani (Inpgi) il 75% dei freelance guadagna in media meno di 10.000 euro lordi l'anno, e il 62% meno di 5.000. Questa, signor Sottosegretario, è la situazione che Lei oggi si trova ad affrontare, quale responsabile politico del settore». In particolare i coordinamenti chiedono a Legnini di dare attuazione con la massima sollecitudine e determinazione alla legge 233/2012, per l'equo compenso dei giornalisti titolari di rapporti di lavoro non subordinato e di assumere e fare propri i principi espressi nella Carta di Firenze.
E IL WEB? E' noto, infatti, un trattamento di assoluta disparità tra l'editoria cartacea finanziata coi soldi pubblici e quella telematica che, al contrario, non riceve alcun tipo di sussidio da parte dello stato pur svolgendo in maniera assolutamente analoga (per non dire più efficace) il compito di informare il lettore su quanto avviene nei Comuni, nelle Province, in Italia e nel Mondo. Un compito che toccherà al neosottosegretario con delega all'editoria sarà quello di eliminare la dispoarità di trattamento tra il web e i quotidiani cartacei tradizionali.
Redazione Independent