“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Futuro Sixty. Zero possibilità
«Senza il Governo non si può incidere sulle scelte del fondo Pan-asiatico». Ipse dixit Gianni Chiodi
VERTENZA SIXTY. CHIESTO L'AIUTO AL GOVERNO. La Regione ha chiesto al Governo di essere presente, come rappresentanza politica, al tavolo tecnico sulla vertenza Sixty. È quanto emerso da un colloquio telefonico che il presidente della Regione, Gianni Chiodi, ha avuto con il sottosegretario allo Sviluppo economico, Claudio De Vincenti. Il contatto telefonico si è avuto durante l'incontro tra il Presidente e i rappresentanti dei lavoratori della Sixty, ricevuti nella sede della Regione, dopo la manifestazione di protesta inscenata dai lavoratori stessi che ha paralizzato il traffico nel centro di Pescara. Accogliendo una espressa richiesta dei lavoratori, il presidente Chiodi ha chiesto al Sottosegretario "se esistono margini effettivi affinché il governo possa sedersi al tavolo delle trattative sulla vertenza Sixty aperto presso il ministero dello Sviluppo economico". Nei prossimi giorni arriverà la disponibilità o meno del Governo, ma il presidente della Regione ha ribadito ai rappresentanti dei lavoratori della Sixty che "la Regione non siederà mai ad un tavolo tecnico senza la presenza politica del Governo. Siederemo a quel tavolo solo se sarà presente anche il Governo". Si tratta, per il Presidente, di una "condizione necessaria e irrinunciabile", anche perché "è bene chiarire che le nostre possibilità di incidere sulle scelte economiche di un fondo Pan-asiatico, che allo stato risulta proprietario della Sixty, sono praticamente ridotte a zero". Parole chiare che sembrano anticipare un futuro nero per i quasi 400 lavoratori dello stabilimento di Chieti Scalo.
LA SITUAZIONE DELL'AZIENDA. Il nodo principale, ha aggiunto Chiodi, "è che attualmente non esiste alcuna manifestazione di interesse per l'azienda e questo rende il lavoro della Regione e del Governo particolarmente difficile". Inoltre, "Unicredit vanta nei confronti della Sixty crediti per 250 milioni di euro e questo Gruppo bancario sarà un altro interlocutore importante della vertenza". Al presidente Chiodi, i lavoratori della Sixty hanno anche chiesto di trasformare l'attuale concordato liquidatorio in concordato di continuità o amministrazione controllata, soluzione queste ultime che aprirebbero maggiori spiragli nel campo degli ammortizzatori sociali per i lavoratori. Insieme con i lavoratori Sixty, dal presidente Chiodi c'erano anche i rappresentanti della Italcables di Pescara e ABB di Loreto Aprutino. Il rappresentante provinciale della Fiom ha chiesto l'intervento della Regione per il proseguimento dell'attività delle due aziende. Per Italcables esistono commesse e manifestazioni di interesse da parte di soggetti imprenditoriali; per ABB esiste anche in questo caso l'interesse di alcuni privati ma la situazione difficile è data dal fatto che i 30 lavoratori licenziati non percepiscono alcuna forma di salario o cassa integrazione.
Redazione Independent