“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Fillea CGIL, Alessandra Antenucci nuova segretaria provinciale
o ha deciso mercoledì il Comitato Direttivo della categoria, con votazione unanime presso la sala riunioni della Scuola Edile
Alessia Antenucci è la nuova segretaria generale della Fillea Cgil di Chieti. Lo ha deciso mercoledì il Comitato Direttivo della categoria, con votazione unanime presso la sala riunioni della Scuola Edile. L’elezione è avvenuta alla presenza del segretario generale nazionale e del segretario regionale della Fillea, rispettivamente Walter Schiavella e Silvio Amicucci, e del segretario generale della Cgil di Chieti, Germano Di Laudo.
Antenucci prende il posto di Lamberto Vespasiano, che lascia la categoria dopo sei anni di direzione e che andrà in pensione dopo una vita spesa al servizio dei lavoratori nei vari ruoli ricoperti.
Alessia Antenucci, 35 anni, sposata con una figlia, ha iniziato la sua attività nel 2007 nella Fillea con un progetto giovani, poi nel 2009 è stata chiamata a ricoprire il ruolo di funzionaria nella stessa categoria, ruolo ricoperto fino ad oggi al fianco di Lamberto Vespasiano.
Nel suo intervento programmatico la neo segretaria dei edili ha messo al centro dell’attività futura:
- i rapporti unitari con le altre organizzazioni sindacali;
- il confronto con le istituzioni e le controparti imprenditoriali della provincia;
- il ruolo, le funzioni e la riorganizzazione degli Enti Bilaterali;
- il Piano per il Lavoro come strumento per creare opportunità occupazionali con l’individuazione dei settori di intervento (cura del territorio, messa in sicurezza degli edifici pubblici, a partire da quelli scolastici, recupero dei centri storici), la realizzazione di infrastrutture al servizio delle zone industriali per assicurare la loro competitività.
Il settore delle costruzioni è uno di quelli più colpiti dalla crisi che ha investito la nostra provincia, basti vedere i dati delle iscrizioni alla Cassa Edile: nel 2007 le imprese iscritte erano 1317 e gli addetti 7500, mentre oggi questi dati sono dimezzati. Non si può aspettare che passi la crisi per far ripartire l’occupazione ma è l’esatto opposto: bisogna creare investimenti pubblici e quindi lavoro.
Redazione Independent