“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Fermi tutti, Zeman non parla
Il Pescara perde 2-1 all'Adriatico contro il Bari, ma ci sono cose molto più importanti di una sconfitta. Ciao Franco
FERMI TUTTI - Fa rumore il silenzio dell’Adriatico. E’ assordante in quella che sarebbe potuta essere, sarebbe dovuta essere, solamente una bella giornata di sport. E invece le cose non sono andate esattamente come tutti avevano pensato fino a pochi giorni fa. Anzi, peggio non si poteva. Il raccoglimento del pubblico e dei tesserati tutti, in ricordo di Franco Mancini, è giustamente servito solo a ricordare quello che, da chi lo conosceva bene, è stato definito un ottimo uomo e un grandissimo professionista. Un vuoto incolmabile su quella panca affianco alla panchina del Pescara, il posto dal quale il preparatore dei portieri seguiva ogni match. Nessuna canalizzazione delle forze da parte dei ragazzi, quindi, verso quella che era solo una partita di calcio passata in secondo, terzo, quarto piano. Quindi bene ha fatto mister Zeman, da saggio qual è, a evitare di parlare al termine della gara persa contro il Bari. Cosa avrebbe dovuto dire? Che i suoi calciatori, al di là del vantaggio iniziale e delle tante occasioni sciupate, avevano perso una gara incredibilmente sfortunata, decisa da un gol impossibile da ripetere anche in allenamento e da una traversa maligna? Che la sua squadra era troppo giù di morale dopo la gravissima perdita fresca di meno di 24 ore? Che magari i suoi non avevano chiuso occhio durante la notte trascorsa, immaginiamo, tra lacrime e ricordi? Che Franco era considerato come un figlio dallo stesso tecnico boemo, visto che da 25 anni circa si conoscevano e vivevano fianco a fianco? Tutte cose scontate che non possono provenire dalla bocca di Zdenek Zeman, colpito come in poche altre occasioni dagli accadimenti della vita.
RICOMINCIA LA CORSA - Del campionato si ricomincerà a parlare presto. Si tornerà ad urlare, a ritenere i 3 punti la cosa più importante da conquistare, a parlare di tattiche, della ancora possibile scalata diretta alla serie A (perché tanto siamo sempre lì nel pacchetto di testa), degli arbitraggi che anche oggi sono stati indecenti (ma già la designazione iniziale lo era stata) e come al solito a svantaggio dei biancazzurri. Si parlerà del perché Zeman ordini ostinatamente di battere quei calci d’angolo che finora hanno fatto più male che bene ai colori adriatici, si tornerà a chiederci del perché Caprari non sia riuscito ancora a sfondare in B, si parlerà di difesa confusionaria. E poi si tornerà a vincere. Magari a Varese, nell’anticipo di giovedì. Ma non oggi. Oggi ci si è fermati, e non solo nella corsa alla serie A.
Fernando Errichi