“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Erano manifesti discriminatori
La decisione del tribunale sui cartelloni 6x3 affissi dopo l'omicidio Rigante. Il Pdl: «Faremo appello»
MANIFESTI ROM. IL GIUDICE: «ERANO DISCRIMINATORI». Accostare l'etnia dei rom ai delinquenti è "discrimatorio". Così il tribunale di Pescara, giudice monocratico Stefania Ursoleo, ha deciso il procedimento civile promosso da tre famiglie rom (Guarnieri, Spinelli e Di Rocco), le associazioni Rom Sinti@Politica Abruzzo e Asgi (Associazione per gli studi giuridici sull'immigrazione), nei confronti di PDL Pescara (Lorenzo Sospiri) e Lega Nord Abruzzo (Marco Rondini). «Al fine di evitare possibili strumentalizzazioni della pronuncia - si legge nella nota inviata dall'avvocato Alessandro Dioguardi, difensore del coordinatore provinciale del Pdl Lorenzo Sospiri - Il Tribunale, pur formalmente dichiarando "discriminatoria" l'affissione del noto manifesto, ha ordinato la "cessazione del comportamento" così rendendo l'ordinanza priva di reale portata precettiva, attesa la sostanziale cessazione della materia del contendere, in considerazione del fatto che i manifesti da oltre un anno sono stati rimossi: sul punto, in ogni caso, ci si riserva ampiamente il diritto di impugnazione, ribadendosi l'impegno del PDL al ripristino delle condizioni di legalità per quanto concerne l'assegnazione delle case popolari. rom ai delinquenti». Il giudice monocratico ha però respinto le richieste di risarcimento danni presentate da ciascuno degli attori del giudizio, che avevano chiesto - tramite i legali Nazzarena Zorzelli, Daniela Consoli e Michela Manente - 25 mila euro a testa per ciascuno dei convenuti. Le spese legali, invce, sono state equamente suddivise al 50%.
LA VICENDA DOPO L'OMICIDIO DI DOMENICO RIGANTE. La vicenda risale ai fatti successivi l'omicidio di Domenico Rigante, avvenuto la sera del primo maggio 2012, per mano di un commando di rom. Il sabato successivo venne indetta una manifestazione, subito definita "Anti-Rom", a Pescara alla quale parteciparono, oltre agli ultras del Pescara (Domenico Rigante era membro dei Pescara Rangers), 2mila persona. Nell'occasione vennero esposti manifesti contro la popolazione rom, come, ad esempio, quello con la scritta "avete cinque giorni per cacciarli". L'ufficio stampa della Lega Nord Abruzzo diramò un comunicato "per l'allontanamento degli zingari da Pescara". Nei giorni successivi comparvero in diversi punti della città anche dei manifesti 6x3, affissi da parte del Popolo delle Libertà, contenenti il testo censurato dal giudice: "Abbiamo mantenuto gli impegni. Via i rom dalle case popolari".
Redazione Independent