“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Era "La Casa" dove studiare
Cresce l'attesa per il verdetto del tribunale. Sotto quelle macerie morirono otto giovanissimi ragazzi
L'AQUILA. LA SENTANZA "CASA DELLO STUDENTE". Cresce l'attesa per il verdetto del tribunale di L'Aquila sul crollo della "Casa dello Studente" in cui persero la vita, la notte del 6 aprile 2009, otto giovanissime vite. Sotto accusa i lavori di progettazione e di ristrutturazione dell'edificio che, anzichè rendere sicuro l'edificio, ne avrebbe invece minato la stabilità. L'ipotesi della procura è che ci siano state condotte omissive che avrebbero provocato la morte degli studenti. I parenti delle vittime chiedono giustizia. Tra poche ore il verdetto sarà letto dal giudice Grieco.
LE ACCUSE DEL PM PICUTI. Gli indagati - in totale sono 15 ma 4 sono deceduti - sono accusati a vario titolo di omicidio colposo, disastro colposo e lesioni. Si tratta di coloro che si occuparono della ristrutturazione alla fine degli anni novanta (Bernardino Pace, Tancredi Rossicone e Pietro Centofanti, ex sindaco di Sulmona) e del progettista Claudio Botta di 93 anni. Per costoro il Pm Filippo Picuti ha chiesto quattro anni di reclusione. Mentre c'è stata richiesta di proscioglimento per Pietro Sebastiani, Luca Valente, Luca D’Innocenzo, Massimiliano Andreassi, Carlo Giovani e Walter Navarra.
LE VITE SPEZZATE. Nel crollo della Casa dello Studente sono rimasti uccisi Luca Lunari, Marco Alviani, Luciana Capuano, Davide Centofanti, Angela Cruciano, Francesco Esposito, Hussein «Michelone» Hamade e Alessio Di Simone.
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