“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Emorragia di giovani abruzzesi che emigrano all’estero per lavorare
La fuga dei cervelli in uno studio di CEI Migrantes: quasi 11mila ragazzi dal 2016 al 2020 sono andati via
Per l’attuale Ministro dell’Interno Piantedosi, che non a caso di nome fa Matteo come Salvini, Ministro dell'Interno nei Governi Conte 1 e Conte 2, i migranti sono un “carico residuale", come se fossero merce anziché esseri umani. E così un giorno sì ed un altro pure punta il dito contro gli sbarchi di profughi, come fanno in coro gli altri esponenti dell'attuale Governo di destra. Applicando il principio della strategia della “distrazione di massa” di Chomsky, essi ci lasciano intendere che il problema principale dell'Italia è rappresentato dall'invasione di orde fameliche di stranieri, facendo passare in secondo ordine i problemi reali del paese (crisi energetica, inflazione a due cifre, crescente disavanzo debito pubblico, crisi economica ecc.). Ma non è così: la Fondazione della CEI Migrantes recentemente ha smontato, dati alla mano, le affermazioni del Governo Meloni secondo cui gli stranieri nel nostro paese sarebbero troppi. E’ vero invece il contrario: gli stranieri che risiedono regolarmente da noi sono quasi 5,2 milioni, mentre gli italiani che risiedono all’estero sono più di 5,8 milioni. La nota dolorosa è che a partire sono sempre di più i nostri giovani. Lo ha ribadito il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella secondo cui/ «A partire sono principalmente i giovani e tra essi giovani con alto livello di formazione, per motivi di studio e di lavoro. Spesso non fanno ritorno, con conseguenze rilevanti sulla composizione sociale e culturale della nostra popolazione». Nessuna meraviglia quindi che anche dall’Abruzzo moltissimi giovani tra i 18 ed i 39 anni emigrano per motivi prevalentemente di lavoro. Infatti dopo il il Trentino-Alto Adige con l’1,23%, il Friuli-Venezia Giulia con lo 0,87%, il Molise con lo 0,86%, l’Abruzzo, con lo 0,84% si colloca al quarto posto per i trasferimenti all’estero dei giovani. Dal 2016 al 2020 gli abruzzesi emigrati sono stati ben 10.777. Su questi dati dovrebbe riflettere la politica e prospettare soluzioni all'emorragia di forze giovani che vanno a lavorare all’estero per mancanza di prospettive in Italia, invece di frequentare i talk show agitando lo spauracchio dei "clandestini" che stanno invadendo il paese.