“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Emergenza biblioteche in Abruzzo. La colpa è solo della Legge Delrio?
Preoccupatissimi i dipendenti della "Delfico" di Teramo: «Non conosciamo il nostro futuro. Una città senza cultura è una città morta»
BIBLIOTECHE PROVINCIALI IN AGITAZIONE: CHE SUCCEDE ALLA DELFICO DI TERAMO. Come è noto dal 1° Gennaio 2015, in seguito alla Legge “Delrio”, le Province italiane avranno competenza soltanto su viabilità, trasporti ed edilizia scolastica. Dunque tutti gli altri servizi gestiti da questi Enti, compreso il personale relativo, dovrà essere trasferito ai comuni ed alle Regioni nei quali i dipendenti saranno ricollocati, almeno per quota parte. "Purtroppo - scrivono i bibliotecari della Melchiorre Delfico di Teramo - la Regione Abruzzo che, al pari delle altre regioni, avrebbe dovuto indicare quali servizi già in capo alle Province sarebbero stati trasferiti ai comuni o sarebbero rimasti competenza regionale, non ha ottemperato a questa norma. Le Province, a loro volta, in base alla Legge di stabilità approvata a fine anno, dovranno comprimere del 50% i costi relativi al personale, a partire da quei dipendenti e da quei servizi non più ad esse affidati". Le Biblioteche Provinciali d’Abruzzo, e tra esse la Biblioteca “Dèlfico”, dal 1° Gennaio 2015 non conoscono il loro destino. "L’irresponsabilità generale di chi, per legge e mandato elettorale, avrebbe dovuto decidere in proposito è evidente". La Biblioteca “Dèlfico” - continuano - non ha più genitori istituzionali né finanziamenti e, malgrado reiterate proposte non conosce ancora se avrà e quale sarà il suo futuro". Dal 1° Gennaio 2015 Teramo, la sua provincia, l’Abruzzo intero rischia di veder menomato e perdere una antica istituzione culturale, un centro documentario e bibliografico di primaria importanza, un presidio di conoscenze aperto e democratico.
L'APPELLO AI CITTADINI ABRUZZESI. I dipendenti della Delfico si rivolgono ai cittadini abruzzesi per questa battaglia. "Può dirsi civile un Paese, una Regione, una Città che tratta così le Biblioteche? I cittadini, i giovani, gli studiosi che quotidianamente frequentano la Biblioteca “Dèlfico” difendano il loro patrimonio culturale più prezioso, esprimano la loro solidarietà a chi, non da oggi, opera tra mille difficoltà per preservarla e renderla sempre più aperta, moderna e fruibile. Sappiano manifestare il giusto sdegno a salvaguardia di un lascito materiale e morale da considerare bene comune non alienabile". Noi ci siamo e ci saremo.
Redazione Independent