“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Ecco il Comune che si "swappa"
Pescara paga 92mila euro alle banche per uscire dall'operazione derivati. Fu D'Alfonso a ficcarci nei guai...
FUORI DALLA MORSA DELLE BANCHE - Finalmente la città di Pescara è riuscita a liberarsi dalla tagliola degli interessi bancari dei mutui derivati, i cosidetti Credit Default Swap: uno strumento finanziario tanto osannato negli anni precedenti per risanale le disatrate casse dei comuni, ma che la bolla speculativa come ha praticamente spazzato via dal mercato. Nel 2009, infatti, la Giunta del sindaco Mascia ha intentato causa contro i due maggiori istituti bancari detentori dei contratti di SWAP, e cioè: Unicredit e BNL. Risultato: l'Ente esce dall'operazione di swap, ma dovrà corrispondere una cifra pagando una penale di 92mila euro
RIPERCORRIAMO LA VICENDA - Per ricostruire questa vicenda ci affidiamo ad un post pubblicato sul sito dell'associazione Terra Nostra ed a firma del suo presidente Gianluca Monaco. "Nel gennaio 2008 chiedemmo all'allora giunta comunale a guida D'Alfonso un resoconto dell'esposizione totale della pubblica amministrazione pescarese dei contratti di mutui derivati accesi con i suddetti istituti bancari. Fu infatti quella stessa amministrazione a contrarre oltre 80 milioni di euro di mutui e swap che negli anni dal 2003 al 2008 ha freneticamente più volte rinegoziati per liberare risorse monetarie con benefici immediati ma che nel contempo prolungavano (swappavano) la scadenza dei cosidetti derivati fino a portarla dal 2015 al 2030. Una bella spada di Damocle sulla testa della cittadinanza in quanto non si è mai saputo in che modo fossero strutturati questi derivati e sopratutto perchè i tassi di interesse , attualmente bassi, in futuro sarebbero aumentati creando una leva sull'indebitamento e risarcimento degli interessi dovuti agli istituti bancari a scadenza. Sempre nel 2008 , la stessa giunta che aveva stipulato gli SWAP intentò causa alle banche presso la Procura di Pescara che, ovviamente, rigettò la denuncia per INCOMPETENZA GIURISDIZIONALE. La stessa giunta che stipulò i mutui derivati si accorse dopo 4 anni che c'erano dei problemi su tali contratti. La domanda da porsi è se tali politici fossero coscienti o competenti in materia finanziaria. Il loro INCAUTO ACQUISTO, dimostrato con l'intento di fare successivamente causa, avrebbe provocato gravi dissesti finanziari per le casse comunali negli anni a venire. Sopratutto bisognerebbe chiedersi che ruolo abbiano avuto i dirigenti comunali nella stipula di tali contratti e quali siano stati i motivi che gli hanno fatto cambiare opinione. Se prima consideravano gli SWAP uno strumento per la finanza pubblica perchè hanno cambiato opinione? Sono davvero competenti i dirigenti comunali in materia finanziaria oppure hanno legami con il sistema bancario ? ".
LA DECISIONE DEL TRIBUNALE - L'attuale giunta è arrivata, dopo una nuova denuncia al foro di Milano, alla decisione di scendere a compromesso con gli isitituti bancari. Unicredit ha accettato la proposta di concordato di 95mila euro per rescindere i contratti di SWAP in essere mentre per BNL, al momento, si procederà per via giudiziale. Nel protocollo di intesa del Comune di Pescara del 11-11-11 sono descritti tutti i passaggi per giungere a questa soluzione con le banche. "Un "segnale" - ha scritto Monaco di Terra Nostra - contro l'USURA BANCARIA e la Finanza creativa a nostro avviso molto FORTE che non può che far piacere a chi, come la nostra associazione, denuncia da sempre lo strapotere bancario nella pubblica amministrazione. Come già detto, i cittadini pescaresi non rischiano di pagare milioni di euro di interessi fino al 2030 ma le nostre domande restano ancora sospese: " Sono competenti i dirigenti comunali in materia finanziaria? Chi ha guadagnato le commissioni con le dette transazioni e rimodulazioni dei contratti di mutui derivati? Siamo certi che non ci siano connivenze e consanguineità tra i dirigenti della pubblica amministrazione e funzionari degli istituti bancari interessati? " .
Red. Independent