“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Ecco di chi è la colpa se fallirà 'Referendum delle Regioni'
A Termoli i presidenti di Puglia, Marche, Basilicata, Calabria, Molise e Abruzzo cercano strategie per fermare la deriva petrolifera nei nostri mari
A TERMOLI IL SUMMIT PER FERMARE LE TRIVELLE NEL NOSTRO MARE. 'No alle trivellazioni nell'Adriatico' è questo l'argomento principale del summit delle Regioni che si sta svolgendo a Termoli e che vede la partecipazione dei presidenti di Abruzzo, Marche, Basilicata, Puglia, Calabria e Molise, assieme agli assessori all'ambiente. La strategia per fermare la deriva petrolifera nei nostri mari è, in realtà, già stata individuata. Si chiama 'Referendum delle Regioni' come previsto dall'articolo 75 della Costituzione che riserva l'iniziativa referendaria ai cittadini (500.000 elettori) e alle Regioni (5 Consigli regionali), questi possono proporre all'elettorato "l'abrogazione, totale o parziale, di una legge o di un atto avente valore di legge", dove per legge si deve intendere una legge in senso formale, approvata dal Parlamento secondo il procedimento ordinario, e per "atto avente valore di legge" un decreto legge (approvato dal governo in casi eccezionali di necessità e di urgenza e convertito entro 60 giorni dal parlamento) o un decreto legislativo (adottato dal governo su delega parlamentare).
ABROGARE IL DECRETO SVILUPPO. L'obiettivo è far abrogare quella parte del decreto sviluppo: 1) cancellazione della dichiarazione di strategicità, indifferibilità ed urgenza delle opere; 2) cancellazione del vincolo preordinato all'esproprio; 3) cancellazione della possibilità che in assenza del piano delle aree (finalizzato a razionalizzazione l'esercizio delle attività petrolifere nel nostro Paese) possano nel frattempo rilasciarsi titoli concessori unici; 4) cancellazione di quelle (poche) disposizioni che depotenziano la partecipazione delle Regioni (e degli enti locali per quanto riguarda l'intesa in conferenza unificata) ai procedimenti amministrativi. Il resto non potrebbe essere sottoposto a referendum, pena la dichiarazione di inammissibilità da parte della Corte costituzionale.
REGIONI DI SINISTRA CONTRO RENZI? Dato che lo strumento esiste ed è efficace adesso bisognerà capire se, effettivamente, esiste questa volontà politica da parte dei Consigli regionali che sono quasi tutti di centrosinistra ovvero dello stesso partito guidato dal Premier Matteo Renzi, quello dello Sblocca Italia tanto per intenderci, per fermare Ombrina e la deriva petrolifera nei nostri mari. Prossimo appuntamento è fissato a Bari il 18 settembre ma è ora che si cominci a calendarizzare l'iniziativa nei Consigli regionali perchè non c'è assolutamente tempo da perdere.
Redazione Independent