“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
È morto Matteo Messina Denaro l'ultima 'primula rossa' di Cosa Nostra
Il boss delle stragi se ne è andato portando nella tomba tanti segreti e misteri
A distanza di nove mesi dalla sua cattura è morto nell'ospedale dell'Aquila Matteo Messina Denaro, dove era ricoverato in una stanza blindata da agosto. Il capomafia, 62 anni, era malato da tre anni di tumore al colon. Latitante dal giugno del 1993, l’anno delle bombe in Continente, Messina Denaro è stato l’ultimo boss delle stragi a finire in carcere dopo Totò Riina, i fratelli Giuseppe e Filippo Graviano, Leoluca Bagarella, Nitto Santapaola e Bernardo Provenzano. Nessuno di loro ha mai accettato di collaborare con la magistratura e raccontare come andarono le cose su quegli anni che cambiò la storia dell'Italia a colpi di tritolo. Le condizioni di salute del padrino di Castelvetrano, colpito da un’aggressiva forma di tumore al colon ormai al quarto stadio, erano precipitate dopo l'estate: il 22 settembre era arrivata la notizia di un coma irreversibile che non lasciava più speranze. Era stato arrestato lo scorso 16 gennaio mentre si trovava alla clinica La Maddalena a Palermo, dove era in cura sotto falso nome.
Nato a Castelvetrano, Trapani, il 26 aprile 1962. La mafia ne ha segnato la vita fin da subito: il padre era Francesco Messina Denaro, il don Ciccio di Cosa nostra. Ritenuto tra i mandanti degli attentati del 1992 in cui morirono i giudici Falcone e Borsellino e delle stragi di Roma, Firenze e Milano del 1993, è stato condannato più volte all’ergastolo per decine di omicidi e altri reati. Tra questi anche la morte di Giuseppe Di Matteo, rapito a soli 12 anni e sciolto nell'acido tre anni dopo perché figlio del collaboratore di giustizia Santino Di Matteo.
Dopo l’arresto si è scoperto che Messina Denaro era malato almeno dalla fine del 2020. Portato nel supercarcere dell’Aquila, una delle strutture attrezzate per le cure di cui aveva bisogno, è stato costantemente sotto il controllo dall'equipe dell'Oncologia dell'ospedale aquilano. Curato in cella, dove per lui era stata allestita una sorta di infermeria, le sue condizioni sono precipitate nell’estate del 2023. Lo scorso 8 agosto scorso era stato ricoverato all'ospedale San Salvatore dell'Aquila per un intervento chirurgico per una occlusione intestinale. Dopo essere rimasto qualche settimana nel reparto di rianimazione, nonostante le sue proteste e quelle dei familiari, era poi stato trasferito nella cella del reparto per detenuti. Da lì è stata tutta una discesa: prima la terapia del dolore, l’interruzione della chemioterapia e di qualsiasi altra terapia oncologica, la sedazione e poche ore fa il decesso che ha messo fine alla sua esistenza.