“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Due soluzioni: gioco o uomini
In Serie A non si scherza: se non hai dei top player devi far giocare la squadra in modo innovativo tipo la Lazio
CALCIO: DITO PUNTATO SU STROPPA. La storia del calcio insegna che per fare bene o hai dei fenomeni, capaci di risolverti le partite in un attimo, oppure devi far giocare la squadra che alleni come si deve: magari inventandoti un modulo innovativo per soprendere l'avversario qualitativamente più dotato (tipo la Lazio). E' una triste ma semplice realtà che, però, non sembra essere stata compresa dai principali autori (e responsabili) del sodalizio biancazzurro. Il campionato è ancora lungo ma bisogna dare una scossa prima che sia troppo tardi.
IL "CASO" DEL PESCARA. Il Pescara di Stroppa, è noto a tutti, non ha una rosa importante. Fatta eccezione per qualcuno che risponde al nome di Weiss, Quintero, Perin e, forse, Vukusic. Per la stagione calcistica 2012/13, infatti, sono stati scelti prevalentemente giovani con pochissimi minuti di Serie A alle spalle. L'esperienza conta, si sa! Ed io cosiddetti "esperti" non hanno acquisito il ruolo di pastori (abruzzesi) all'interno dello spogliatoio. Avete visto Blasi domenica? Anche a livello fisico gli uomini non sembrano all'altezza della Serie A: corrono poco, non sono veloci e perdono spesso i contrasti. Allora cosa fare in attesa che la società ritorni sul mercato a gennaio?
IL "CASO" DEL PESCARA. I problemi di gioco della squadra sono evidenti. Chi esprime un gioco migliore in Serie A - vedi Juve, Lazio e Fiorentina ma anche il Siena - gioca con il 3-5-2 o il 4-1-4-1 oppure il 3-4-1-2. Ciò non significa che esista una ricetta magica, una formula scientificamente provata che, una volta applicata, ti consenta di portare a casa il risultato. Ma è pur vero che bisogna inventarsi qualcosa e, soprattutto, crederci fino in fondo. Senza cambiare idea alla prima avversità: vedi Zeman. Al Pescara di Stroppa manca completamente un'organizzazione, in tutte le fasi di gioco: dalla difesa all'attacco. I giocatori, che entrano in possesso della palla, sembra non sappiano come far sviluppare l'azione.
LE SOLUZIONI PROPOSTE. L'allenatore di Lodi finora non ha fatto malissimo ma è stato fortunato, elemento assolutamente fondamentale per raggiungere la salvezza. A Bologna - il miglior Pescara a nostro avviso - ci ha pensato Quintero con una magia, contro il Palermo Weiss e, infine, a Cagliari c'è stata una discreta organizzazione di gioco (molto difensiva). La tattica di colpire in contropiede - una sorta di catenaccio mascherato da calcio moderno - non è del tutto sbagliata, visti i mezzi a disposizione. Ma bisogna essere consapevoli di ciò che siamo. Ed è inutile tentare di sfidare l'avversario, a viso aperto, se poi le differenze (fisiche, tecniche e tattiche) sono così importanti. C'è bisogna di grinta, voglia di lottare su ogni pallone e correre, correre, in ogni azione quasi come fosse l'ultima. Se ciò non dovesse accadere a breve allora forse è meglio pendere un'altra direzione.
Romanzo