“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
TARANTO. IL DRAMMA DELL'ILVA. Era nell'aria l'arrivo della tanto temuta direttiva della Procura di Taranto. Infatti sabato scorso è stata consegnata una nuova direttiva, visto che la precedente è stata disattesa, ai custodi giudiziari dell'ILVA, tra cui Bruno Ferrante, anche lui nominato custode giudiziario, che ordina di avviare entro 5 giorni la procedura per lo spegnimento. Le operazioni dovrebbero cominciare con lo spegnimento degli
altiforni 1 e 5, la dismissione e la bonifica dell'altoforno 3, il fermo di 7 batterie del reparto cokeria e interventi nel reparto acciaieria. Il Ministro Clini sostiene che «non è possibile spegnere gli impianti in 5 giorni» e spera che «la nuova Autorizzazione integrata ambientale sia convergente con le esigenze della procura». La nuova Aia dovrebbe essere rilasciata entro il 16 ottobre con nuove maggiori drastiche riduzione, del carico di inquinanti rispetto all'Aia precedente. In ogni caso è bene tenere presente che l'ultima parola è dei magistrati e non dell'Aia.
COSA DICE LA CGIL. Anche la Camusso, è intervenuta sulla delicata questione consapevole delle ricadute occupazionali conseguenti . In una dichiarazione, chiede che il Governo imponga un piano d'investimenti e di scelte ma con gli impianti in marcia. Praticamente senza spegnere gli altiforni. D'altra parte Ferrante ha dichiarato che lo spegnimento dell'altoforno 5 in particolare, implica la chiusura quasi totale dello stabilimento con gravi ricadute sul livello occupazionale: un altoforno ha una struttura molto complessa e deve funzionare ininterrottamente. Non meno di 15 mesi è il tempo necessario per riattivare un altoforno, sperando però che lo spegnimento non ne causi la rottura.
LE CONDIZIONE DELLO STABILIMENTO. A Taranto né lo Stato prima né i Riva poi hanno mai realizzato un rilevante cambiamento del ciclo produttivo e in alcuni casi, , con le peggiori tecniche disponibili, tecniche completamente in disuso e che hanno portato alle ordinanze emesse dalla procura di Taranto. Le tecniche e gli impianti per eliminare o contenere alla fonte le emissioni di sostanze ad alto rischio cancerogeno e leucemico esistono e sono
disponibili già da tempo e ciononostante non sono mai stati introdotti negli stabilimenti
dell'ILVA.
c.m