“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Dopo Chiodi tocca a D'Alfonso finire sulla "prima" del Fatto Quotidiano
Ogni volta che il quotidiano di Padellaro-Gomez-Travaglio interviene sull'Abruzzo sono guai. Ma la stampa locale che fa: dorme?
Ogni volta che il quotidiano di Padellaro-Gomez-Travaglio tocca l'Abruzzo, alle prese con una stampa che più dormiente non si può, sono guai. Ieri la firma era di Antonio Massari, autore degli scoop sulla stanza 114 e sull'uso dei soldi della protezione civile per finanziare una Tv, oggi invece è un'altra grande firma del Fatto Quotidiano a dare la sveglia all'Abruzzo.
E' il giornalista Francesco Ridolfi, ex collaboratore de Il Messaggero, a ricordare la vicenda giudiziaria di "big" Luciano D'Alfonso, candidato governatore alle primarie del centrosinistra, uscito completamente assolto nell'ambito dell'inchiesta Housework che lo vedeva imputato in una marea di capi di imputazione, dall'associazione per delinquere alla corruzione ed al falso. D'Alfonso, anche secondo i nostri sondaggi, è dato inoltre quale probabile governatore di regione.
Secondo Ridolfi, però, il tenore di vita dell'ex sindaco di Pescara e dei suoi familiari, all'epoca dei fatti, avrebbero dovuto comportare una movimentazione di denaro, così come sostenuto dal Pm Gennaro Varone durante le udienze dibattimentali. Il giudice che l'ha assolto ha ritenuto valida la tesi dimostrata dall'avvocato Giuliano Milia, il quale ha spiegato che la famiglia D'Alfonso viveva grazie ad un'eredità.
La data del processo d'Appello non è stata ancora fissata. Quella delle elezioni, invece, sì: è il 25 maggio prossimo. Sempre che il ricorso di Andrea Colletti, deputato cinquestelle, non venga accolto.
Redazione Independent