“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Do you remember il progetto della "Grande Lanciano"?
Era infatti la metà dell'agosto 2011 quando l'ex consigliere regionale Emilio Nasuti lanciò l'idea per una Grande Frentania
DO YOU REMEMBER "GRANDE LANCIANO"? Chissà se sarà destinata a passare alla storia come una delle solite boutade di Ferragosto. Era infatti la metà dell'agosto 2011 quando l'ex consigliere regionale Emilio Nasuti, già sindaco di Castel Frentano, lanciò un'idea: la "Grande Lanciano". Ce ne siamo ricordati proprio adesso che, all'indomani dell'apposito referendum, la "Grande Pescara" sembra diventare realtà. Per contro, sembra invece essere caduto nel dimenticatoio il progetto di Nasuti che, a conti fatti, poteva risultare anche interessante. "Se Lanciano entrasse nell'Unione dei Comuni della Frentania e della Costa dei Trabocchi, organismo già esistente - aveva spiegato all'epoca Nasuti - avremmo una città da 70mila abitanti, la più grande dell'intera provincia (di Chieti, ndr). Non si tratta di annacquare le identità, che rimarrebbero in termini di turismo e di cultura, ma di accelerare sul processo di unificazione della gestione dei servizi per migliorare l'efficienza della macchina burocratica rispetto alle esigenze dei cittadini".
RIDUZIONE DEI COSTI E AUMENTO DELLA QUALITA' DEI SERVIZI - Alla domanda se ciò avrebbe potuto significare, in futuro, una fusione anche amministrativa dei municipi, Nasuti rispondeva: "È un'ipotesi da prendere in considerazione, perché un unico Ente garantirebbe una riduzione dei costi a fronte di un aumento della qualità dei servizi offerti. D'altronde, gran parte della popolazione dei nostri paesi già gravita su Lanciano, visto che la distanza che ci separa è minima: in pratica il cambiamento riguarderebbe solo la politica, non la gente". I Comuni coinvolti da questo "sogno" erano tanti: Castel Frentano, Fossacesia, Frisa, Mozzagrogna, Paglieta, Rocca San Giovanni, San Vito Chietino, Sant'Eusanio del Sangro, Santa Maria Imbaro, Torino di Sangro e Treglio. Ma tutto è rimasto sulla carta.
Giuseppe Marfisi