“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Disturbi comportamentali nei più giovani: segnali, sintomi e strumenti a sostegno dei familiari
Quali sono i segnali che indicano i disturbi più comuni nel comportamento nei bambini?
La differenza tra un carattere che si lascia facilmente vincere dall’ira e il manifestarsi di un vero e proprio disturbo sta nel modo in cui le azioni impattano sul benessere del bambino. Nei casi in cui l’entità dell’impatto legata agli atteggiamenti sia tale da compromettere le relazioni del bambino con i propri cari o con i coetanei, allora potrebbe trattarsi di un vero disturbo.
In questa sede vogliamo fornire dei suggerimenti per la gestione dei disturbi e dei disordini più comuni nei più piccoli.
Parliamo di disturbo del comportamento in presenza di atteggiamenti disfunzionali continuativi da parte del bambino, con ripercussioni nell’ambito scolastico, familiare e sociale. Per continuativo si intende per un periodo di tempo superiore ai sei mesi.
Tra i comportamenti che possono indicare un disordine comportamentale rientrano: l’impulsività, l’iperattività, gli atteggiamenti di sfida e la disattenzione.
Attenzione: quando il soggetto è più grande, quindi adolescente, a questi comportamenti possono aggiungersi dei veri e propri atteggiamenti a rischio quali l’assunzione di droghe o la partecipazioni ad azioni delinquenziali.
Torniamo ai più piccoli. La Diagnosi di un eventuale disturbo comportamentale viene solitamente affidata agli psichiatri oppure agli psicologi specializzati nell’età evolutiva.
Per la diagnosi basta sottoporre il bambino a una visita conoscitiva, in cui lo specialista raccoglie informazioni riguardanti i sintomi manifesti, lo storico clinico e familiare del bambino. A volte può essere d’ausilio la collaborazione con insegnanti o altre figure che si occupano, nel quotidiano, dell’accudimento del minore nei diversi contesti.
L’ADHD – Attention Deficit Hyperactivity Disorder – è il disturbo da deficit di attenzione e iperattività, è molto comune come disturbo del comportamento e può manifestarsi sia nei bambini sia nei soggetti adulti. Secondo alcuni recenti studi, l’ADHD interessa circa l’11% dei bambini in età scolastica.
I sintomi di questo disturbo sono diversi a seconda della gravità del disturbo e del sottotipo. Tra quelli più comuni troviamo il disturbo iperattivo-impulsivo e disattentivo.
Attenzione: l’età è un fattore che altera i segnali osservati in modo significativo.
L’ADHD disattentivo crea al bambino delle difficoltà nelle seguenti attività:
Inoltre, ci sarà una tendenza del bambino a smarrire alcuni oggetti, a compiere errori di distrazione e ad evitare compiti che richiedono un impegno cognitivo.
Se non si interviene con una diagnosi e una terapia adeguate, i bambini affetti da questo disturbo rischiano di vivere delle grandi difficoltà in ogni ambito della loro vita, da quello familiare a quello scolastico.
Il trattamento dell’ADHD, che può essere diagnosticato già intorno ai 4 anni di età, combina di solito una terapia di tipo comportamentale a una farmacologica, con la partecipazione attiva di familiari e insegnanti.
Nei bambini e negli adolescenti, l’ODD può manifestarsi con frequenti scatti di ira, liti con persone adulte – sia conosciute sia sconosciute – tendenza a rifiutare le regole, tendenza a infastidire volontariamente il prossimo, tendenza ad accusare gli altri dei propri errori e tendenza ad assumere comportamenti vendicativi.
Il manifestarsi del disturbo oppositivo provocatorio può essere associato anche ad altri disordini comportamentali. Fondamentale è riuscire a individuarlo tramite una diagnosi che conduca a una successiva terapia, evitando che il comportamento sfoci in un più grave disordine del comportamento. La valutazione dello specialista si basa su vari aspetti del comportamento del bambino ed è finalizzata a individuare l’eventuale presenza di altri disordini.
Per quanto riguarda la terapia, il percorso coinvolge in modo diretto i genitori del bambino, i quali, in alcuni casi, seguono dei corsi per imparare a gestire le varie fasi della patologia. Può risultare utile il ricorso a terapie di famiglia o individuali, ma anche l’ausilio farmacologico mediante l’assunzione di farmaci che aiutano a controllare i sintomi nei casi più gravi.
Trovarsi nell’impossibilità di gestire i sintomi dei disturbi dei propri cari è del tutto normale, come è normale il manifestarsi di sensi di colpa. Il neuropsichiatra infantile si occupa di individuare i disordini dello sviluppo del bambino nei suoi vari aspetti e può assumere una figira di guida nel cammino terapeutico, non solo per il bambino ma anche per la sua famiglia. Le terapie esistono e si rivelano anche molto efficaci per aiutare il bambino ad affrontare gli ostacoli in tempi brevi e con maggiore serenità.
Per ricevere maggiori informazioni sui disturbi del comportamento nei più piccoli e sull’ADHD è possibile accedere al portale dell’Associazione Italiana per i Disturbi di Attenzione e Iperattività.