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Discarica Bussi: tocca all'Assise
Tribunale di Pescara - Il presidente Di Carlo dispone la trasmissione degli atti al Pm. Rischio prescrizione nel 2015
TOCCA ALLA CORTE D'ASSISE - Ore 14, aula 1, tribunale di Pescara: il presidente Antonella Di Carlo ha appena dichiarato l'incompatibilità, ai sensi del art.23 del Codice di Procedura penale, ed ha disposto la trasmissione degli atti del processo al pubblico ministero per la formulazione delle ipotesi accusatorie, stavolta, presso la Corte d'Assise di Chieti. Il Gup, infatti, aveva riformulato le ipotesi accusatorie da avvelenamento ad adulterazione delle acque ma la l'obbligatorietà dell'azione penale - come prescritto dalla legge - spetta solo ed esclusivamente al pubblico ministero. E' questo, dunque, il senso della sentenza motivata oggi pomeriggio che significa - letteralmente - ricominciare tutto da capo. Sono già passati tre anni e lo spettro della prescrizione comincia ad aleggiare anche su questo precesso.
I VELENI DEL PROCESSO -Questa mattina l'udienza sulla discarica di Bussi era incominciata con il dibattimento dei legali delle parti civili (Cgil, Aca, Codacons, Codici Ambiente, Heart, Filcem Cgil, Mila, Codici Abruzzo, Provincia di Pescara, Arta, Regione Abruzzo, Legambiente, Wwf, Comune Bussi, Tocco da Casauria, Italia Nostra, Lega Anticaccia, MareVivo ... etc ... etc ...) contro cui è stata presentata opposizione. L'altro grande problema, invece, riguardava la competenza del tribunale di Pescara sulla tipologia del reato, essendo il capo d'imputazione modificatosi in corso di pocesso: i pm hanno chiesto lo spostamento in Corte d'Assise, a Chieti, perchè trattasi di avvelenamento delle acque. Mentre sulla seconda questione - quella della competenza - il giudice Di Carlo ha dichiarato la competenza della Corte d'Assise, sulla questione delle parti civili toccherà ai giudici di Chieti decidere della loro ammissibilità
ARSENICO NELL'ACQUA - Ricordiamo che sotto la discarica di Bussi ci sono le falde acquifere delle sorgenti del Pescara e che il valore dell'arsenico trovato è risultato 56 volte superiore rispetto al minimo consentito dalla legge così come il triclorometano: 3 milioni di volte superiore. Queste ultime sono soltanto due delle tante sostanze elencate dall'accusa e rilevate nella falda superficiale e in quella profonda per descrivere cos'è accaduto nel territorio di Bussi dove, nel 2007, la Forestale scoprì il disastro ambientale da 500 mila tonnellate di rifiuti tossici.
SOTTO ACCUSA I VERTICI MONTEDISON - Gli imputati sono 19 e sono quasi tutti ex amministratori e vertici Montedison, le accuse - uguali per tutti - sono di disastro ambientale eadulterazione di sostanze alimentari e i testimoni sono circa 300: 33 quelli inseriti nella lista dei pm Anna Rita Mantini e Giuseppe Bellelli e 267 appartengono alle liste della batteria di avvocati, molti di altre regioni, che assistono gli imputati accusati di quasi mezzo secolo di silenzi e omissioni sulle sostanze tossiche che sarebbero state gettate nell'area tra i fiumi Pescara e Tirino. Nella lista dell'accusa ci sono gli uomini della Forestale che si sono occupati delle indagini, dei sequestri e degli accertamenti. Nell'aula, dovevano deporre il consulente tenico Antonio Di Molfetta del Politecnico di Torino, Pietro Comba del reparto di epidemiologia ambientale dell'istituto superiore di sanità, il commissario per la bonifica della discarica Adriano Goio, direttori e tecnici.
Redazione Independent