Dilaga la povertà in Italia: dal 2007 ad oggi è raddoppiato il numero dei poveri

Un milione e 619mila famiglie sono in condizione di povertà assoluta, per un totale di 4 milioni e 742mila individui, ovvero il 7,9% della popolazione

Dilaga la povertà in Italia: dal 2007 ad oggi è raddoppiato il numero dei poveri

ISTAT: DILAGA LA POVERTA' IN ITALIA. Il dato arriva dall'Istituto nazionale di statistica (Istat) che ha pubblicato oggi il report "La povertà in Italia" relativo al 2016. Se il numero di famiglie in povertà assoluta torna ai livelli del 2013 (quando erano 1 milione 615mila), il numero degli individui registra invece il valore più alto dal 2005: ciò è avvenuto - spiega l'Istituto di statistica - perché la povertà assoluta si è ampliata tra le famiglie con 4 componenti e oltre e tra quelle con almeno un minore. Il numero delle persone povere si conferma in crescita nel Centro (da 5,6% del 2015 a 7,3% del 2016) e nel Mezzogiorno, che fa segnare il valore più elevato (9,8%).

CHI SONO I POVERI. Tra le persone in povertà assoluta si stima che le donne siano 2 milioni 458mila (7,9%), i minori 1 milione 292mila (12,5%), i giovani di 18-34 anni 1 milione e 17mila (10,0%) e gli anziani 510mila (3,8%).La condizione dei minori è in netto peggioramento - nel 2005, l'incidenza della povertà assoluta era al 3,9% - come quella dei giovani, per i quali il valore è più che triplicato rispetto al 2005 (10,0% contro 3,1%). L'incidenza della povertà assoluta cresce nel tempo anche fra gli adulti tra i 35 e i 64 anni (da 2,7% del 2005 a 7,3%) mentre è in diminuzione tra gli anziani (4,5% nel 2005). Nel 2016 peggiorano le condizioni delle famiglie con tre o più figli minori: l'incidenza della povertà assoluta sale a 26,8% da 18,3%. Si confermano livelli elevati di povertà assoluta per le famiglie con 5 o più componenti (17,2%), soprattutto se coppie con tre o più figli (14,7%).Incide anche il titolo di studio: se la persona di riferimento della famiglia è almeno diplomata, l'incidenza della povertà assoluta è pari a 4%, circa la metà di quella rilevata per chi ha conseguito al massimo la licenza elementare (8,2%). Tra le famiglie degli operai la povertà si attesta a 12,6% (quasi il doppio rispetto al 6,9% di quelle la cui persona di riferimento è un dipendente), e raggiunge il valore massimo tra quelle con persona di riferimento in cerca di occupazione (23,2%).

IN DIFFICOLTA' LE FAMIGLIE CON STRANIERI. L'incidenza della povertà assoluta si attesta su valori molto elevati tra le famiglie con componenti stranieri: 25,7%, con il Mezzogiorno a sfiorare il 30%.Nel 2016, si stima siano 2 milioni 734mila le famiglie in condizione di povertà relativa (10,6% tra tutte le famiglie residenti), per un totale di 8 milioni 465mila individui (14%). La povertà relativa si basa su una soglia convenzionale che individua il valore di spesa per consumi al di sotto del quale una famiglia viene definita povera in termini relativi. L'incidenza della povertà relativa risulta stabile rispetto al 2015 in termini di famiglie (da 10,4 a 10,6%) e di persone (da 13,7 a 14,0%). 

IL CASO ABRUZZO. Sono aumentate le famiglie a rischio di povertà o esclusione sociale; cresce il divario economico e sociale con le regioni del Nord, ma secondo gli ultimi valori trimestrali dell’Istat, l’Abruzzo perde colpi anche rispetto a quelle del Mezzogiorno. Gli indicatori segnalano un calo delle persone occupate: siamo passati dalle 481 mila del primo trimestre 2016 alle 464 mila dello stesso periodo del 2017. Il tasso di occupazione è sceso nell’ultimo anno di quasi un punto e mezzo, ma se si amplia il margine di confronto la situazione è drammatica. L’Abruzzo perde 17 mila occupati e 74 mila abruzzesi sono alla ricerca di un lavoro.

 

Redazione Independent