“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Diffamazione: che ingiustizia!
Resta il carcere per il cronisti, super multe per gli editori. Se questa non è "censura" allora poco ci manca
DIFFAMAZIONE: INGIUSTIZIA E' FATTA. La Lega ed il Pdl, ma anche alcune frange del Pd e Idv, l'avevano fatto capire che il Senato avrebbe approvato la modifica alla normativa sulla diffamazione a mezzo stampa. Il nuovo dispositivo di legge, approvato col sistema del voto segreto (vero Finocchiaro?) ha confermato che in caso di condanna si finisce in carcere. Pensate un pò: prima erano sei gli anni previsti per i cronisti accusati di diffamazione. Ora soltanto, si fa per dire, uno. Naturalmente sono state confermate le multe salatissime (dai 5 fino ai 50mila euro) per gli editori proprietari delle testata (senza distinzioni di sorta tra carta,eb, radio e televisioni). Tradotto in termini pratici: si tratta di una "vendetta" della politica contro gli operatori dell'informazione: un "bavaglio" bello e buono contro chi vuole ficcare il naso dove non deve. il tutto a danno dei cittadini e dell'Italia, un paese che si trova al 45°posto nel mondo nella classifica sulla libertà di stampa secondo Reporter sens Frontiers.
SCOIPERO IL 26 NOVEMBRE. La Fnsi ha chiesto una reazione immediata da parte degli operatori del settore "con un primo sciopero lunedì 26, per mostrare che il nostro paese non può seguire le derive autoritarie dell’Ungheria e della Romania. Che i cittadini italiani mantengono tutta la loro volontà di essere informati su ciò che avviene e che i giornalisti hanno il dovere di farlo in modo corretto, compiuto e tempestivo".
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