Di Primo accusato di censura

Rimossi gli striscioni dei lavoratori dell'Ospedale Militare. La replica del sindaco: «Colpa della Municipale»

Di Primo accusato di censura

OSPEDALE MILITARE. RIMOSSI GLI STRISCIONI DEI LAVORATORI. Il Sindaco di Chieti, Umberto Di Primio, in merito alla rimozione degli striscioni di protesta contro la chiusura del Dipartimento Militare di Medicina Legale, affissi dai lavoratori presso la struttura, ha rispedito al mittente le accuse di censura. «Vengo a conoscenza - scrive il sindaco - che la deprecabile iniziativa di rimozione degli striscioni di protesta contro la chiusura del Dipartimento Militare di Medicina Legale è stata posta in essere a seguito di una specifica richiesta di intervento pervenuta alla Polizia Municipale. È deplorevole che tale azione sia stata compiuta a danno di lavoratori che combattono la loro battaglia per conservare il posto di lavoro – ha rimarcato il Sindaco - battaglia per la quale mi sto impegnando già da tempo presso il Ministero della Difesa affinché i dipendenti della struttura militare possano continuare ad avere un futuro nella nostra città».

IL SINDACO: «NON OSTACOLIAMO I LAVORATORI». «La mia Amministrazione . ha concluso - non ha mai inteso ostacolare alcuna forma di protesta proveniente dal mondo del lavoro,tant’è che nella mattinata odierna, molto prima della sospetta azione della sigla sindacale Cgil - che in un momento così critico solleva strumentali interpretazioni, prendendo le difese di una protesta in ogni caso attuata senza una preventiva autorizzazione - ho ricevuto e contestualmente autorizzato la richiesta ufficiale per l’affissione degli striscioni, consegnatami personalmente da una Rappresentante Sindacale della sigla Flp-Lavoratori Pubblici, cui ho anche fissato per il prossimo 5 marzo un incontro per la disamina della Vertenza dei lavoratori del Dipartimento»

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