“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
ALESSIO DI CARLO NON MOLLA LO SCIPERO DELLA FAME MA CHE SUCCEDE CON LA GRANDE PESCARA? Il segretario dei Radicali Abruzzesi Alessio Di Carlo non molla la sua protesta pacifica e non violenta - non mangia ormai da nove giorni - contro il mancato rispetto della volontà popolare in occasione del referendum sulla Grande Pescara. "Ormai da nove giorni - si legge nella missiva inviata al Governatore Luciano D'Alfonso - ho intrapreso una iniziativa nonviolenta di sciopero della fame volta ad ottenere il rispetto della volontà manifestata dagli elettori delle città di Montesilvano, Pescara e Spoltore in occasione della consultazione referendaria per la nascita per fusione del Comune della Nuova Pescara svoltasi nel maggio del 2014. Come certamente saprà - prosegue - in ognuno dei comuni interessati si registrò la prevalenza del SI': circostanza tanto più importante se si considera che l'affluenza alle urne (grazie alla concomitanza con elezioni regionali ed amministrative) fu di oltre il 70%". Da quel momento in poi, l'inter previsto dalla legge istitutiva del referendum prevedeva che entro pochi mesi il Consiglio Regionale d'Abruzzo sarebbe dovuto giungere ad una decisione sul tema in questione. Ed invece, come spesso accade, a due anni di distanza da quel voto, il progetto di legge - che pure era giunto in Aula - è stato "retrocesso" nella commissione L'iter della legge, come è noto presentata dal MoVimento 5 Stelle con l'appoggio di Forza Italia, è stato retrocesso in commissione e non si conoscono ancora i tempi coi i quali si arriverà alla conclusione di questa storica decisione. "Personalmente - prosegue Di Carlo - sono convinto che la scelta degli elettori sia stata saggia e lungimirante, visto che dalla fusione (che peraltro non fa altro che formalizzare la unificazione da tempo esistente, sia sul piano urbanistico che sociale, tra i Comuni interessati) deriveranno solo vantaggi, non solo per la nascente realtà, ma per tutta la Regione. Ma ancor prima delle valutazioni di merito - su cui ovviamente è possibile avere posizioni distinte - credo che quello che non possa in alcun modo essere evitato né rimandato sia il dare una risposta positiva alla domanda che, con voce univoca, si è alzata dai Comuni di Montesilvano, Pescara e Spoltore, i cui cittadini hanno chiesto di fondersi in una unica realtà" Di Carlo conclude l'interbendo annunciando che non intenderà sospendere lo sciopero della fame fino a quando il Consiglio Regionale "non si farà carico, con il proprio voto, di ratificare la volontà espressa dagli elettori".
MA COSA ACCADREDDE CON LA GRANDE PESCARA? L'istituzione del nuovo soggetto amministrativo meglio noto col nome di Nuova Pescara, e che andrebbe a inglobare sotto un'unica bandiera i cittadini residenti di Pescara (120mila), Montesilvano (60mila) e Spoltore (20), produrrebbe in primis un effetto elettorale ovvero si dovrebbero indire nuove elezioni per scegliere il sindaco ed il nuovo Consiglio comunale. Questo implicherebbe un ritorno alle urne in tempi brevi non facile da digerire agli attuali amministratori i quali sarebbero costretti, ancora una volta, ad affrontare una difficilissima partita elettorale oppure lasciar perdere la sfida dopo pochi mesi alla guida dei rispettivi Enti (fatta eccezione per Spoltore). In secundis ci sarebbe la questione della razionalizzazione della complessa macchina amministrativa di Pescara, Montesilvano e Spoltore, degli uffici, dei dirigenti, dei dipendenti e dei servizi erogati al cittadino che sono il vero nodo della questione. Ecco, l'iter legislativo della Grande Pescara non sarà certamente facilitato a meno che venga supportato da una volontà politica "forte" che al momento manca come risulta evidente dalle considerazioni di cui sopra.
Redazione Independent