“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Delitto De Meo. Rom in cella
L'Appello conferma le condanne a 7 anni per gli autori dell'omicidio del 23enne studente universitario
OMICIDIO DE MEO. CONDANNE CONFERMATE IN APPELLO. La notte del 10 agosto 2009, in un parco giochi di Martinsicuro venne ucciso, in seguito ad un barbaro pestaggio, il giovane Antonio De Meo, studente universitario di soli 23 anni. Per quel delitto vennero immediatamente arrestati, in seguito ad una rapida indagine dei carabinieri di Alba Adriatica, Spinelli Mario e Giannandrea Emanuele, di etnia rom, all’epoca dei fatti minorenni. Le indagini consentirono anche di individuare anche una terza persona coinvolta nell'aggressione al De Meo, ma non imputabile in quanto minore di 14 anni. I due giovani autori, dopo aver trascorso un periodo di carcerazione preventiva, furono rimessi in libertà. Recentemente la Procura Generale della Repubblica presso la Corte D’Appello di L’Aquila - Ufficio Esecuzioni Penali - preso atto del rigetto del ricorso da parte della Suprema Corte di Cassazione, in base al dispositivo della sentenza del 15.12.2011 della Corte di Appello di L’Aquila - Sezione Minori - ha emesso il relativo ordine di esecuzione per la carcerazione, dovendo gli stessi espiare una pena superiore ai sette anni di reclusione.
GLI AUTORI TRADOTTI IN CARCERE. I responsabili sono stati arrestati dagli agenti della Squadra Mobile di Teramo. A Corropoli, nei pressi della sua residenza, è stato prelevato Mario Spinelli, 20 anni di Chiaravalle (AN) e che è stato portato nella casa circodariale di Castrogno. Mentre, ieri sera, si è costituito, presso gli uffici della Squadra Mobile, Emanuele Giannandrea, 18 anni di San Benedetto del Tronto (AP) e residente in Alba Adriatica (TE). Il Giannandrea, al termine delle formalità di rito è stato tradotto presso la Casa Circondariale di Teramo.
Redazione Independent