“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Delfini, balene e tartarughe di mare, l'Adriatico è il nostro oro reale
L'Adriatico, le sue meravigliose creature e la bellezza del nostro Abruzzo sono una ricchezza ben più importante, ecosostenibile e redditizia di Ombrina Mare. La nostra analisi
NO ALLA DERIVA PETROLIFERA. L'abbiamo scritto fino a consumare la penna, oops la tastiera del pc. Il nostro petrolio, la ricchezza più grande del nostro povero Abruzzo, si chiama il mare e non nel mare. Che non ha alcuna necessità di essere perforarto, trivellato, deturpato della sua bellezza, pregiudicandone persino la vita delle meravigliose creature che lo popolano, per qualche milione di euro prodotto dalle multinazionali dell'energia.
No, questo non deve accadere. Non ce lo possiamo nemmeno permettere, sarebbe da stupidi.
E' una scelta illogica, innaturale, non compatibile con un territorio come l'Abruzzo che ha una vocazione turistica, agricola e culturale, e non certo quella di acciaierie, industrie del petrolio o stoccaggi di materiali pericolosi a poche centinaia di metri dalle nostre coste e/o città.
I nostri sapori ed i nostri profili paesaggistici, già provati da anni di malagestio, non possono cambare per progetti poco lungimirati come le piattaforme Ombrina Mare II e similari. Abbiamo progetti ben più ambiziosi da concretizzare.
Potremmo diventare, tanto per fare un esempio, quella Porta dei Balcani che manca all'Italia e che per il momento è prerogativa del porto della Città di Ancona oppure la mecca del turismo vacanziero italiano, perchè Pescara non ha nulla da invidiare a Rimini.
Abbiamo anche un aeroporto per fare ciò e che adesso comincia anche a funzionare grazie ai collegamenti giornalieri con Roma. Miglioriamolo, colleghiamolo all'infrastruttura portuale così da poter disribuire migliaia di turistii che hanno intenzione di viaggiare e visitare la penisola balcanica (Serbia, Montenegro, Croazia, l'Albania).
L'Abruzzo, se si ricorda di valorizzare quello che ha, può farcela ad uscire dalla crisi feroce che sta devastando la nostra economia. Dobbiamo rimboccarci le maniche e solo comunicare all'Italia ed al mondo - quelli che l'hanno fatto prima hanno fallito - che siamo la Regione Verde d'Europa (36% del territorio sottoposto a vincoli paesaggistici e naturalistici), che abbiamo le montagne più belle di tutto l'Appennino, che siamo secondi solo alle Alpi, che da noi si mangia benissimo, che abbiamo gli orsi, i lupi, le tartarughe, i fratini che nidificano nelle riserve naturali e che le nostre coste, specie quella dei Trabocchi, sono di una bellezza imbarazzante.
Ecco, a cosa ci serve una piattaforma petrolifera brutta e pericolosa? Invece di insozzare la nostra terra, ripensiamola come ad un luogo che deve essere comunicato meglio, tenuto meglio, pulito meglio a partire dai fiumi e dal nostro mare.
Che è, come detto allo sfinimento, il nostro oro nero.
Foto: Edmondo Farias (pescatore)
Marco Le Boeuf