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Dai domiciliari commenta su Facebook la vicenda della "bandiera" dell'Isis: in carcere
Pietro Catalano, 48enne residente nella frazione Piccola Svizzera di Tagliacozzo, un anno fa era stato fermato dai carabinieri per l'omicidio di Marco Callegari
COMMENTA SU FB E FINISCE IN CARCERE. Ieri pomeriggio i Carabinieri di Tagliacozzo hanno riportato Pietro Catalano in carcere. L'uomo, 48enne residente nella frazione Piccola Svizzera di Tagliacozzo, esattamente un anno fa era stato fermato dai carabinieri del Nucleo Operativo per l'omicidio di Marco Callegari. Lo scorso giugno, dopo dieci mesi di carcere, il Tribunale di Avezzano aveva sostituito all'uomo la misura cautelare in carcere con quella degli arresti domiciliari nella sua abitazione. Il provvedimento che ha disposto la nuova carcerazione e' stato emesso dal gip del Tribunale di Avezzano, Maria Proia, su richiesta del Procuratore Capo della Procura della Repubblica, Andrea Padalino.
LA "BANDIERA" DELL'ISIS. La causa dell'aggravio della misura e' stato il comportamento tenuto da Catalano nelle ultime settimane. Come piu' volte segnalato dai Carabinieri di Tagliacozzo, ed evidenziato nella richiesta del Procuratore, il 48enne avrebbe ripetutamente minacciato di morte il vicino di casa, un avvocato di origini libiche. Venerdi' scorso era stato proprio Catalano a informare i carabinieri, giunti presso la sua abitazione durante un normale controllo, del fatto che nel terrazzo del suo vicino fosse comparsa improvvisamente una bandiera dell'Isis. La circostanza era apparsa subito sospetta ai militari dell'Arma, che comunque avevano effettuato gli accertamenti del caso, rintracciando poco dopo l'avvocato proprietario dell'abitazione, il quale si era dimostrato del tutto estraneo ai fatti.
ERA SOLO UNA MAGLIETTA NERA RITAGLIATA. La presunta bandiera si era poi rivelata essere una maglietta nera ritagliata, con dei simboli simili a quelli della bandiera dell'Isis verniciati presumibilmente con una bomboletta spray. Nelle stesse ore Catalano aveva commentato sul Facebook alcuni articoli apparsi su alcuni quotidiani on line, relativi alla comparsa della bandiera, sottolineando che si trattava del proprio vicino, in violazione dell'obbligo imposto dalla misura cautelare cui era sottoposto, che gli vietava di comunicare con persone diverse da quelle appartenenti al proprio nucleo familiare. L'uomo si trova ora nel carcere di Avezzano. Nelle prossime settimane si terra' la prima udienza del rito abbreviato previsto per l'omicidio di Marco Callegari.
Redazione L'Aquila