“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Dai, costruisci anche tu!
Villa Raspa - Il Tar accoglie il ricorso di Arca Srl. In arrivo nuovo cemento ma chi doveva controllare il costruttore?
LA "VICENDA" ARCA - E' una storia complessa, che parte da lontano. Siamo nel 1999 ed il Comune di Spoltore all'epoca è una terra ancora "vergine" dal punto di vista dei Centri Commerciali (un fatto rarissimo per l'Abruzzo). Che cosa succede? Che una società marchigiana, l'Arca Srl, ha un'eccellente intuizione dal punto di vista del business: vede l'area verde di Villa Raspa trasformata in una piccola New Town con tanto di centro commerciale, scuola, campo da calcio, appartamenti e tutto ciò che può desiderare una famiglia con i bambini. La via per realizzare questo "sogno" di cemento misto verde passa per una convenzione (25.5.2001) sul PP (particolareggiato pubblico) con il Comune di Spoltore, allora guidato da Donato Renzetti. Naturalmente per realizzare l'opera era necessario modificare dei vincoli paesaggistici e, in cambio di ciò, la società Arca Srl si offrì di realizzare delle opere di interesse pubblico: la necessaria viabilità (compreso lo svincolo dell'asse attrezzato), marciapiedi, impianti luce e gas e appunto la scuola ed il campo da calcio. Una bella idea, non c'è che dire. Peccato che non si realizzerà mai del tutto. O, forse peggio - stando alle ultime notizie apparse sui giornali - potrebbe costare alla comunità (spoltorese) più di quanto immaginato.
LA STORIA IN SINTESI - Sono passati dieci anni ed il progetto originario è bloccato. Vengono costruiti il Centro commerciale, l'Arca delle professioni, il Centro direzionale ed alcune palazzine ma non tutte le opere pubbliche e neppure parte del progetto edificabile vengono realizzate. Nel frattempo si succedono due amministrazioni e mezzo, tutte targate centrosinistra. L'ultima, quella guidata da Franco Ranghelli, va allo scontro con la società di Civitanova Marche. La goccia che fa traboccare il vaso quando il sindaco Ranghelli, insieme con la Giunta, annulla una parte della convenzione, firmata da suo predecessore. Allora Arca Srl agisce in giudizio e succede il patatrak: l'azione culmina con un ricorso al Tar (accolto il 25 maggio 2012) che ha confermato la validità della delibera n.49/27.3.2001 e dell’art. 8 della convenzione (21.5.2001) ed ha aperto la via per la realizzazione delle villette mancanti ed ad un possibile risarcimento dei danni provocati all'impresa proponente.
LA DELIBERA IMPUGNATA - Con delibera dell’8.10.2009 n.61 la Giunta Ranghelli ha annullato la delibera n.49/27.3.2001 e l’art. 8 della convenzione del 21.5.2001. Contestualmente viene anche chiesto ad Arca Srl, a titolo di risarcimento per tutti i titoli pregressi e come costo di costruzione, la somma di 1.218.000 euro. La società Arca decide di proseguire nel progetto ma le altre pratiche edilizie vengono respinte in base a presunti inadempimenti (vedi il campo di calcio e edificio scolastico), opere peraltro contestate dal ricorrente. Nella sentenza del Tar si fa menzione ad serie di comporatamenti imputabili all'Amministrazione, quali: l'eccesso di potere, travisamento in fatto ed in diritto, incompetenza e gestione in autotutela di rapporti patrimoniali, sviamento. L'Amministrazione Ranghelli ha sempre replicato che tutte le istanze edificatorie presentavano delle difformità urbanistiche rispetto al PP: in particolare la non avvenuta cessione 9200 Mq per l’edificio scolastico ed il campo sportivo.
L'INTENTO PUNITIVO E L'OTTEMPERANZA - Il Giudice nella sentenza di accoglimento del ricorso presentato da Arca Srl ha evidenziato due elmenti fondamentali: l'intento punitivo delle inadempienze contrattuali e la mancata azione per il rispetto degli accordi. "L’Amministrazione - si legge nella sentenza - ha negato, “nell’interesse pubblico”, gli interventi n.n. 2.0, 2.1, 2.6, 4.4, 9.2 (villette A e B), 9.2 (villette C e D), 9.2 (villette E e F), 9.2 (villette H e I), 9.2 (villette L e M), 9.2 (villette P e Q), 9.2 (villette R e S), che, in realtà, trovano la loro ragione preminente nelle citate inadempienze contrattuali, che sono utilizzate in senso punitivo e come una forma di pressione sulla volontà dell’istante. In merito, la società ricorrente nell’affermare in ricorso (p.30) che “é pronta a ultimare la costruzione del campo sportivo .. e cedere l’area per l’edificio scolastico”, riconosce in effetti che vi sono delle inadempienze contrattuali, ma proprio per la base convenzionale esistente, l’Amministrazione avrebbe dovuto agire per ottenere l’adempimento puntuale degli impegni presi e fare ricorso alle garanzie finanziarie date per l’esecuzione, ma non rivalersi negando i nuovi interventi edilizi richiesti che andavano valutati esclusivamente sul piano urbanistico". Una vicenda poco chiara sulla quale speriamo venga fatta luce al più presto nell'interesse della comunità, già martoriata dai problemi di traffico, inquinamento e con un Comune le cui risorse - almeno stando alle parole del sindaco Di Lorito - sembrano essere prossime allo zero.
Marco Beef