“Legami alle comete, come alle code dei cavalli, trascinami, squarciandomi sulle punte delle stelle.”. Vladimir Vladimirovič Majakovskij
DONNE MINACCIATE COL VOODOO, SEI ARRESTI
Sgominata una banda di "trafficanti di uomini". All'alba il blitz degli uomini della Squadra Mobile
PESCARA - La Squadra Mobile di Pescara ha eseguito 6 misure cautelari nei confronti dei
componenti di una banda di nigeriani accusati di riduzione in schiavitù finalizzata allo sfruttamento della prostituzione e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Le indagini, partite l’anno scorso sotto il coordinamento della Procura Distrettuale di L’aquila, sono durate diversi mesi e
si sono basate sia sulle dichiarazioni di alcune delle ragazze sfruttate, sia su numerose intercettazioni e servizi di controllo e pedinamento. All’alba di questa mattina è giunta alla fase finale un’importante operazione di polizia contro lo sfruttamento della prostituzione condotta dalla Squadra Mobile di Pescara, sotto la direzione della Procura Distrettuale (P.M. dott.ssa Antonietta Picardi) e coordinata dal Servizio Centrale Operativo di Roma. Un’indagine che ha portato il GIP del Tribunale di L’Aquila, Dott. Giuseppe Romano Gargarella, ad emettere 6 misure cautelari applicative della custodia cautelare in carcere, I provvedimenti sono tuttora in corso di esecuzione, con l’impiego di circa 50 agenti delle Questure di Pescara e Bari, del Reparto Prevenzione Crimine di Pescara e del Reparto Mobile di Senigallia.
DONNE MINACCIATE COL VOODOO - Erano sottoposte anche a riti Voodoo le donne nigeriane fatte venire in Italia, perchè si prostituissero, dall'organizzazione sgominata dalla polizia a Pescara. I riti venivano esercitati al momento del reclutamento, secondo quanto accertato dalla Squadra Mobile, per ottenere l'omertà delle vittime. In questo modo i trafficanti e le 'madame' si
preservavano da eventuali denunce ed insolvenze per il debito che le ragazze avevano nei loro confronti per le spese sostenute dall'organizzazione. Le “schiave” erano anche sottoposte a violenze fisiche e pressioni psicologiche, ed erano minacciate di gravi ritorsioni su di loro e sui loro famigliari.