“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
D'Alfonso. Testimonia il Pd
Processo "Housework" sulle presunte tangenti al Comune di Pescara. In Aula 1 c'è il gotha "Democrat"
PROCESSO "HOUSEWORK" - Il processo sulle presunte tangenti al Comune di Pescara, quando c'era l'allora sindaco Luciano D'Alfonso, è ripreso questa mattina nell'Aula 1 del tribunale. Oltre il duevoltesindaco sono imputate 26 persone, tra cui l'ex braccio destro Guido Dezio e Marco Mariani. D'Alfonso venne sottoposto agli arresti domiciliari il 15 dicembre 2008 dalla procura della Repubblica di Pescara, al termine dell'indagine "Housework" condotta dal Pm Gennaro Varone. Questa mattina a deporre, come testi della difesa, c'era il gotha del Partito Democratico di cui D'Alfonso è stato segretario regionale.
DEPONE IL SENATORE - Il primo a sedersi sul banco dei testimoni è il senatore della Repubblica italiana, Giovanni Legnini, che per impegni istituzionali ha chiesto di essere escusso per primo. Il presidente del collegio, la dott.ssa Antonella Di Carlo, gli ha domandato al politico teatino di ricostruire la propria carriera, parlando anche dei rapporti con l'imputato Luciano D'Alfonso e della comunicazione istituzionale, oggetto dell'indagine. «Sono stato per diversi anni sindaco del Comune di Roccamontepiano. Dopo diverse esperienze al Comune di Chieti come consigliere e presidente dell'Assise - ha spiegato Legnini - sono stato eletto senatore della Repubblica, incarico che ricopro dal 2004». Giovanni Legnini, noto per il suo impegno come legislatore, ha spiegato di essersi sempre occupato di comunicazione isituzionale. «Sono stato relatore della finanziaria - ha aggiunto - quando c'era il Governo di Romano Prodi ed ho avuto contatti con molti amministratori soprattutto abruzzesi per spiegare le novità dellamanovra. Parlai del patto di stabilità anche con l'ex sindaco D'Alfonso, che conosco molto bene. Lo incontravo in vari posti, era presenta dappertutto e partecipai anche all'inagurazione del calice dell'architetto giapponese Toyo ito». Legnini su questo punto ha detto di ricordarsi bene della cerimonia perchè precedette di poco i fatti che hanno originato il processo Housework. Dopodichè è stato licenziato ed è uscito dall'aula, accompagnato dal suo staff.
DEPOSIZIONE DEL VECCHIO - Dopo la deposizione del nonno vigile nella scuola dei figli di D'Alfonso è il turno del consigliere comunale cittadino Enzo Del Vecchio. In aula il consigliere ha risposto alle domande su Fabrizio Paolini, sugli "Amici della Pescara calcio" , l'imprenditore Di Nardo che voleva rilevare alcune quote, il calice di Toyo Ito ed i compensi dati dall'Amministrazione di Pescara all'architetto giapponese. «Ho seguito l'iter dell'opera - ha detto Enzo Del Vecchio - all'artista il Comune di Pescara credo abbia dato 120/130mila euro». Sono state rivolte domande anche su Romano Prodi, sugli autisti di D'Alfonso, Dezio, l'attività di comunicazione dell'ex Primo Cittadino di Pescara e l'Aurum dove veniva svolte molte delle attività dell'allora Amministrazione comunale.
DEPOSIZIONE DEL TESORIERE PD - Davanti al presidente del collegio Antonella Di Carlo e al pm Gennaro Varone si è seduto, poi, Gianluca Fusilli, attualmente vicesegretario regionale del Partito Democratico. Fusilli ha spiegato di conoscere l'ex tesoriere regionale della Margherita, oggi imputato, Guido Dezio dai tempo della scuola. «Dezio - ha spiegato l'esponente del Pd - si occupava anche dei rapporti con le tipografie, tra cui Brandolini. Quando venivano assegnate somme di denaro a Dezio era per manifestazioni. Ricordo che esisteva un conto corrente della Margherita su cui venivano registrati tutti i fondi». Al termine della deposizione sono stati sentiti altri due testimoni, dopodichè il presidente del tribunale ha disposto una nuova calendarizzazione delle udienze (prossimo appuntamento il 16 aprile) per evitare che anche questo processo finisca con la prescrizione.
Redazione Independent