“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Crisi editoria, D'Ignazio chiede a D'Alfonso d'intervenire. E il web?
Il segretario dell'Ufficio di Presidenza del Nuovo Centro Destra interviene sulla chiusura de Il Tempo ed i tagli previsti per Il Messaggero
CRISI EDITORIA, D'IGNAZIO (NCD) CHIEDE UN TAVOLO TECNICO. Un tavolo di approfondimento sulla situazione critica in cui versa l’editoria in Abruzzo e l’avvio di un serio confronto tra le parti, affinché la desertificazione del panorama informativo in cui rischia di sprofondare la regione venga scongiurata, con chiaro riferimento alla chiusura del quotidiano “Il Tempo”, che avverrà nei prossimi giorni ed ai tagli previsti per “Il Messaggero” nei mesi a venire.
È quanto ha chiesto il Consigliere Segretario dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale Giorgio D’Ignazio al Presidente della Regione Luciano D’Alfonso nella risoluzione presentata durante la seduta del Consiglio Regionale all’Emiciclo ed approvata a maggioranza.
Per D'Ignazio non ci si può permettere “di assistere senza colpo ferire al progressivo inaridimento che sta colpendo il sistema dell’informazione nella nostra regione perché questo significherebbe accondiscendere passivamente ad un grave deficit di democrazia”. Anzi: "Bisogna gettare luce sulla pesante perdita che l’Abruzzo subirà con la chiusura della redazione regionale del quotidiano “Il Tempo” ed evitare che si prospettino altri casi analoghi all’orizzonte, viste e considerate le riduzioni previste anche per altri quotidiani nel lungo periodo. È importante riconoscere il ruolo che quotidiani come “Il Tempo” ed “Il Messaggero” hanno avuto sull’espressione del pluralismo d’opinione e riflettere sul contributo inestimabile che hanno fornito alla crescita ed alla valorizzazione dello spirito identitario della nostra terra nel corso degli anni.
Il problema della crisi dell'editoria però non riguarda soltanto la carta stampata. C'è il problema anche delle radio e delle televisioni, ma anche queste ultime beneficiano (come nei casi di cui sopra) di provvidenze da parte dello stato. Gli unici tagliati fuori, dunque, sembrano essere gli editori web che, nonostante la crisi, continuano a suscitare l'attrattiva dei lettori ma che non trovano, ad eccezion della Toscana, regioni disposte a dare una mano ad un settore che impiega molti lavoratori e che produce reddito oltre che informazione.
Redazione Independent