“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Crisi dell’artigianato in Abruzzo: sparite 10mila attività in 10 anni
Dati da brivido per il settore che ospitava calzolai, corniciai, fabbri, falegnami, fotografi, lavasecco, orologiai, pellettieri, riparatori di elettrodomestici e Tv, sarti, tappezzieri, etc etc
In Abruzzo in 10 anni oltre 10.000 imprese artigianali, pari 24,3%, sono scomparse dal mercato. A Pescara le imprese artigiane che hanno abbassato le saracinesche, nel decennio che va dal 2012 al 2022 sono state ben 2.370, pari al 24,4%. Addirittura la peggiore provincia è quella di Teramo che ha visto nel decennio considerato il calo più alto in Italia con una percentuale del 27,2% e che in termini assoluti significa 3.296 imprese in meno. Anche a Chieti, la Ciga ha registrato un calo notevole del 23,6%, mentre nella provincia de L’Aquila il calo è stato solo, si fa per dire, del 21,5%. Insomma per la Cgia, l’ufficio studi dell’Associazione Artigiani e Piccole Imprese, l’Abruzzo detiene il record nazionale negativo della fuga dall’artigianato. Secondo i dati dell’INPS nel 2022 contavamo 33.124 artigiani considerando i titolari, i soci e i collaboratori famigliari che sono iscritti all’Inps nella categoria artigiani. Anche da noi sono ormai ridotte al lumicino le botteghe artigiane che ospitano p.. Anche se sono in espansione le attività di estesisti, tatuatori, gli addetti al web marketing, i video maker e gli esperti in social media, il bilancio è comunque negativo. Per rendersene conto basta attraversare i quartieri di periferia e i centri storici per accorgersi che sono tantissime le insegne che sono state rimosse e altrettante sono le vetrine non più allestite. Tra le cause del crollo, la Ciga annovera, il forte aumento dell’età media, provocato in particolar modo da un insufficiente recambio generazionale, dalla feroce concorrenza esercitata dalla grande distribuzione e in questi ultimi anni anche dal commercio elettronico. I consumatori, inoltre, hanno cambiato il modo di fare gli acquisti. Da qualche decennio hanno sposato la cultura dell’usa e getta, preferiscono il prodotto fatto in seriee consegnato a domicilio.