“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Così parlò Napolitano
«No a elezioni anticipate e non al rinnovo del mandato». Ipotesti Governo di Scopo e poi il ritorno al voto
NAPOLITANO: NO A ELEZIONI ANTICIPATE, NO AL MANDATO-BIS. Escludendo che il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, intenda o possa sciogliere anticipatamente le Camere nel "semestre bianco" e che accetti di restare al Quirinale per un altro mandato, le ipotesi che restano circa gli sviluppi istituzionali prossimi sono tutte incerte e fare previsioni fondate, ora come ora, è come affidarsi alla cabala. Napolitano da Berlino fa sapere: «Andare a rivotare non mi interessa. Non ho potere di scioglimento delle Camere». E, poi a chi - come il PD, il PDL e la Lista Monti - che lo vorrebbero ancora sul Colle che «non credo che sarebbe onesto dire "state tranquilli" io posso fare il Capo dello Stato fino a 95 anni».
MONTI GOVERNERA' FINO AL GIURAMENTO DEL NUOVO GOVERNO. In sostanza per il Colle, venendo a cadere, per ora, le due ipotesi ventilate dai partiti e cioè scioglimento delle Camere e/o la sua riconferma al Quirinale, l'attuale governo dei professori guidato da Monti, in carica per l'ordinaria amministrazione, dovrà restare alla guida del paese fino alla elezione del nuovo Capo dello Stato. In tal senso vanno lette le sue dichiarazioni da Berlino «Monti è in carica e governerà fino al giuramento del nuovo governo». Napolitano, infatti, sa bene che il PD-Sel con 340 seggi ha si la maggioranza assoluta alla Camera, ma non al Senato dove la maggioranza richiesta è di 158 seggi, mentre Bersani e Vendola hanno ottenuto solo 120 seggi.
L'IPOTESI DEL GOVERNO DI SCOPO. Dal punto di vista puramente teorico le uniche maggioranze possibili sono: alleanza PD- PDL o PD M5S. L'alleanza tra PD e la Lista Monti potrebbe disporre di un numero di 138 senatori, insufficiente a raggiungere la maggioranza di 158 senatori. Preso atto dell' ingovernabilità con i soli voti del PD-Sel erano in molti, tra cui D'Alema e lo stesso PDL, a perorare un governo di larghe intese, o una forma di collaborazione tra PD e PDL. L"'inciucio" è però impraticabile anche a causa degli ulteriori guai giudiziari del "Cavaliere" ultimamente indagato a Napoli per corruzione. E' stato lo stesso Bersani, premier in pectore, ad averlo categoricamente escluso. Altrettanto impraticabile è il modello Sicilia, dove il M5S è fondamentale per la sopravvivenza del governo presieduto dal governatore Crocetta. Infatti, mentre in Sicilia l'elezione del presidente è fatta direttamente dagli elettori, al parlamento italiano è necessario ottenere la fiducia sia alla Camera che al Senato per eleggere il premier; ma da questo orecchio né Grillo né Casaleggio ci sentono.
LA MANO TESA DI BERSANI AL M5S. Bersani ha convocato la direzione del partito per chiedere l'appoggio alla sua linea che è quella di presentarsi in parlamento e chiedere la fiducia sulla base di un programma con molti punti vicini alle posizioni del M5S. Il guru del movimento, Casaleggio, ha però bocciato l'offerta di Bersani e a scanso di equivoci ha precisato «non daremo la fiducia ad alcun governo. Il Capo dello Stato deciderà a chi dare il mandato». Grillo ha rincarato la dose arrivando addirittura alle contumelie nei confronti di Bersani & C. che secondo il leader del MN5S tenterebbero di adescare i senatori grillini sottobanco tanto da dichiarare inviperito «facce da culo. Il movimento non è in vendita».
UNICA ALTERNATIVA IL RITORNO ALLE URNE. Rispunta dunque l'ipotesi del ritorno alle urne, sostenuta all'interno del PD dai cosiddetti "giovani turchi" come Stefano Fassina, Matteo Orfini che dopo le sparate di Grillo, abbandonano la possibilità di un'alleanza con il M5S e non vedono altra soluzione che il ritorno alle elezioni. Pippo Civati, esponente dei giovani Turchi ha infatti dichiarato: «e non c'è fiducia, non ci sarà alcuna maggioranza e si torna a votare». In effetti, in base alla modifica dell'art. 88 della Costituzione, anche nel "semestra bianco", sarebbe possibile indire elezioni anticipate, tutto sta a convincere il Capo dello Stato.