“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Corridoio Tirreno-Adriatico, si va verso la decisione finale
Imprese e Sindacati chiedono l’intervento del Ministero e dei Parlamentari europei eletti in Abruzzo
Un incontro urgente con il Ministero delle Infrastrutture e la mobilitazione di tutti i parlamentari europei eletti in Abruzzo. È quanto chiedono Agci, Casartigiani, Cia, Claai, Cna, Confapi, Confartigianato, Confcommercio, Confcooperative, Confesercenti, Confindustria, Legacoop, Cgil, Cisl, Uil, Ugl, nel giorno in cui è previsto un incontro tra una delegazione della Commissione Ue e una del Ministero delle Infrastrutture italiano per chiudere la partita dei nuovi corridoi infrastrutturali europei in Italia.
Da quanto emerge, il percorso di riordino delle reti di collegamento sarebbe a buon punto e diversi sono i punti sui quali l’accordo sarebbe ormai cosa fatta. In primo luogo, il completamento del corridoio ten-t lungo dorsale adriatica: si tratta di un riconoscimento positivo per l’Abruzzo ma che rischia di lasciare a margine le aree interne. Inoltre, Civitavecchia dovrebbe diventare porto “core”: una qualifica che di fatto avalla la tesi di quanti da tempo chiedono la possibilità di far entrare i porti abruzzesi nell’autorità di sistema portuale della città laziale, rendendo i nostri porti gli scali abruzzesi di Roma. Grande evidenza, poi, viene data alla ferrovia Roma-Pescara, con una ridefinizione secondo i più elevati standard europei, in grado per questo di intercettare le risorse previste dai bandi Cef. Unica nota negativa, la mancanza menzione ad oggi del corridoio trasversale Tirreno-Adriatico.
“La partita su questo punto non è chiusa – dicono i rappresentanti delle sedici sigle – visto che la decisione finale deve comunque essere presa dal Parlamento europeo. Proprio per questo si rende urgente un tavolo con il ministero e attivare i nostri parlamentari europei. Ancora meglio sarebbe un incontro con il presidente dell’assise, David Sassoli, per ricordargli la risoluzione approvata dal Parlamento nel 2015 che, tra i vari punti, chiedeva di “prestare attenzione a un migliore collegamento tra la penisola iberica, l’Italia centrale e i Balcani”. L’emendamento fu firmato da vari parlamentari, tra cui lo stesso Sassoli, in virtù del suo legame con l’Abruzzo, di cui conosce molto bene i problemi”.