Contributi per emergenza Covid: la GDF sequestra 75 mila euro

A finire nei guai due persone residenti a Tollo (CH)

Contributi per emergenza Covid: la GDF sequestra 75 mila euro

Due persone, un 50enne e un 75enne entrambi residenti a Tollo (CH) sono state deferite alla Procura della Repubblica di Chieti con l'accusa di frode ai danni dell’erario nell'ambito di una indagine che ha portato al sequestro di 75mila euro, frutto di appropriazione indebita.

L'inchiesta della Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Chieti è scaturita nell’ambito di una complessa ed articolata attività investigativa, che ha portato al deferimento alla locale Procura della Repubblica di due persone. Entrambe sono accusate di frode ai danni dell’erario. L’inchiesta, condotta dai militari del dipendente Gruppo di Chieti - coordinati dal Ten. Col. Vito Casarella - è scaturita da un controllo ad una società che nel 2020 ha ricevuto finanziamenti dallo Stato, così come previsto dal c.d. “Decreto rilancio”, destinati ad aiutare gli imprenditori che, a causa delle rovinose ripercussioni prodotte dalla pandemia, versavano in difficoltà economiche. La norma prevede l’accesso allo specifico contributo ai titolari di partita IVA che, conseguentemente agli effetti economicamente nefasti provocati dal 'Lockdown', abbiano registrato, nel mese di aprile 2020, un fatturato inferiore ai due terzi rispetto al medesimo mese dell’anno precedente.

Gli sviluppi successivi hanno consentito l’individuazione di quattro società, tutte riconducibili al medesimo sodalizio (un cinquantenne ed una settantenne originari di Tollo), che si sono indebitamente appropriate dei contributi pubblici a fondo perduto, per l’ammontare di 75 mila euro, erogati per l’emergenza Covid. L’esame dei documenti contabili e delle richieste di credito presentate agli intermediari (non indagati), insieme alla ricostruzione dei flussi finanziari, ha permesso ai finanzieri teatini di ipotizzare che le sovvenzioni statali siano state ottenute
producendo documentazione artefatta e che tali somme, diversamente da quanto concepito dal Decreto, abbiano
avuto finalità diverse. Il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Chieti, accogliendo le ipotesi
accusatorie promosse dalla Procura della Repubblica inquirente, ha disposto il sequestro preventivo, finalizzato
alla confisca per equivalente, del profitto del reato corrispondente all’ammontare dei sussidi accertati dalle
Fiamme Gialle. “L’azione della Guardia di Finanza è orientata a contrastare le frodi fiscali in tutte le declinazioni” - commenta il Comandante Provinciale della Guardia di Finanza di Chieti - Col. Michele Iadarola - “e attività come queste consentono di recuperare ingenti risorse da destinare correttamente a sostegno di famiglie ed imprese”. Giova precisare che le persone sottoposte ad indagine, in virtù del principio di presunzione d’innocenza, non possono considerarsi colpevoli fino ad eventuale pronuncia di sentenza irrevocabile di condanna.

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