“Legami alle comete, come alle code dei cavalli, trascinami, squarciandomi sulle punte delle stelle.”. Vladimir Vladimirovič Majakovskij
Comunisti Italiani: “Paghino le cliniche private il deficit della sanità”
La proposta del partito più radicale della sinistra arriva alla vigilia dell’imminente aumento delle tasse a carico degli abruzzesi
“Sanità abruzzese: centrodestra e centrosinistra, due facce della stessa medaglia. I comunisti propongono un’alternativa pubblica e giusta. In questi giorni assistiamo all’ennesimo teatrino indegno tra centrodestra e centrosinistra, che si accusano a vicenda per il disastro della sanità in Abruzzo. Ma la verità è sotto gli occhi di tutti: entrambi hanno gestito e affossato la sanità pubblica, smantellandola pezzo dopo pezzo per spalancare le porte al privato”. Comincia così la nota dei Comunisti Italiani alla vigilia dell’imminente aumento delle tasse da parte della Regione Abruzzo per sanare l’enorme buco nei conti della sanità pubblica.
“Durante il governo D’Alfonso - prosegue la nota degli esponenti della sinistra più radicale - la sanità era commissariata e le tasse al massimo. Oggi Marsilio vuole aumentarle ulteriormente, colpendo circa 300.000 cittadini con redditi medio-alti, ma nessuno dei due ha mai avuto il coraggio di toccare i profitti dei privati accreditati, che ricevono ogni anno centinaia di milioni di euro di fondi pubblici”.
Quindi la proposta politica per uscire dall’emergenza. “I dati dell'AGENAS parlano chiaro: Oltre 500 milioni di euro all’anno vengono erogati alle strutture private accreditate in Abruzzo. In alcuni settori, come la riabilitazione e la specialistica ambulatoriale, il privato eroga più del 40% delle prestazioni. Eppure, i cittadini attendono fino a 120 giorni per una visita cardiologica o ortopedica nel pubblico. Risultato: la sanità privata ingrassa coi soldi pubblici, mentre il pubblico muore. Il PCI Abruzzo non si limita alla denuncia. Proponiamo una soluzione concreta e coraggiosa: una legge regionale che istituisca un contributo di solidarietà sanitaria a carico delle strutture private accreditate, proporzionale al fatturato, per finanziare: nuove assunzioni nella sanità pubblica, il taglio delle liste d’attesa, la riapertura dei presidi locali, l’acquisto di strumentazioni diagnostiche. Basta elemosinare soldi ai cittadini, andiamo a prenderli dove sono: nelle casse di chi ha fatto profitti sulla salute del popolo. È ora di ricostruire una sanità pubblica, universale, gratuita e umana, guidata dall’interesse collettivo e non dal mercato. Quando gli abruzzesi apriranno gli occhi, sarà troppo tardi per questi attori da strapazzo”, conclude il comunicato stampa del PCI che ribadisce di essere l’unica forza che non ha mai svenduto la salute: “È ora di rialzare la testa”.