“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Commercio in ginocchio a Montesilvano: cosa bisogna fare?
L'analisi del "grillino" Anelli sulla situazione disastrosa che c'è in città. Il dito, naturalmente, è putato contro i centri commerciali
COMMERCIO IN GINOCCHIO A MONTESILVANO. "Cosa accade quando una categoria subisce una concorrenza scorretta nel mercato? È costretta a stringere i denti ed andare avanti, finché riesce a pagare le tasse. Quando nemmeno quelle più riesce a rincorrere si indebita e chiude. Questa è la scena a tinte fosche del nostro sistema che gradualmente crolla, come le vecchie colonne di un impero. Le categorie dei commercianti e degli artigiani, per intenderci l'ossatura del nostro paese, risultano oggigiorno i più martoriati in assoluto. In realtà, restare aperti in questi tempi è segno di grande eroismo verso la propria famiglia e verso il proprio paese".
Questa è l'analisi del consigliere comunale Manuel Anelli al termine del consueto giro settimanale presso i negozianti di Montesilvano, quelli che vivono giornalmente le stesse problematiche dei colleghi in qualunque parte della Regione e del Paese.
LA COLPA DEI CENTRI COMMERCIALI. Per il "grillino", ma non solo per lui, i centro commerciali che popolano il territorio hanno definitivamente messo in ginocchio il commercio cittadino. "Nel giro dell'ultima annualità - sottolinea il capogruppo dei Cinquestelle - hanno aperto i battenti quattro nuovi centri commerciali a Montesilvano. È possibile andare avanti in queste condizioni? Così facendo andiamo incontro alla desertificazione commerciale dell'area Vestina e Nazionale. I grandi centri commerciali comprano enormi quantità all'ingrosso rendendo impossibile una corretta concorrenza. La nostra è una crociata, non contro i centri commerciali in sé, ma contro la loro proliferazione incontrollata. Se continuassero a sbucare come funghi potremmo anche dire addio ai nostri piccoli contribuenti sul territorio. Siamo invasi dai centri commerciali, bisogna dire basta al finto ricatto dei posti di lavoro nella media distribuzione. Ricordiamo anche la nostra raccolta firme, 900 raccolte in 1 mese, per impedire l'apertura di un quinto centro commerciale dietro la stazione, in zona PP1".
IL PROBLEMA DEI MERCATI. Anelli ricorda che Pescara e Francavilla, luoghi per la verità dove la situazione non è che sia delle migliori, allestiscono tre mercati settimanali, oltre a quello permanente specializzato. "Quello che i commercianti chiedono - spiega - è di accorparne almeno due dei quattro a Montesilvano per farne uno grande come avviene a Pescara, il lunedì allo stadio. Francavilla invece è andata anche oltre diversificando; infatti è inutile fare tre mercati con la stessa merce quando si possono svolgere mercati specializzati, come quello per i contadini. Questo farebbe in modo che gli stessi evitino di posizionarsi, spesso abusivamente, sul ciglio della strada per vendere i loro prodotti, risultando scorretto verso quelle attività che pagano le bollette, gli affitti, le utenze nelle loro botteghe".
AMBULANTI (QUELLI ABUSIVI). Il "grillino" individua un altro aspetto del problema: quello dei venditori ambulanti abusivi. "Chiederemo - annuncia - di svolgere maggiori controlli verso quegli ambulanti che non posseggono la licenza perché provocano una concorrenza sleale. In tale proposito manderemo una missiva al dirigente alla Polizia Municipale per chiedere un contributo maggiore al riguardo, certi di un sua risposta favorevole".
STRANIERI COME FUNGHI. L'ultimo fenomeno osservato è quello dei negozietti di ortofutta, gestiti spesso da asiatici, indiani, pakistani, che nell'ultimo anno sono stati aperti a Montesilvano come altrove in Regione e in Italia. "Un fenomeno interessante - conclude - quantomeno da studiare, è lo sbucare incontrollato dei negozi, spesso ortofrutta, di stranieri. Locali senza mobilio, con pile di frutta fino al soffitto e prezzi ridicolmente bassi. Alcuni non hanno neanche il frigo. In che modo forniscono prodotti freschi ai clienti? Alcuni negozianti parlano di concorrenza sleale e si domandano se i colleghi egiziani o pakistani siano in regola con i permessi o il pagamento della tassa di occupazione del suolo pubblico. Si vede spesso e volentieri, infatti, che il negozio si sposta anche sul marciapiedi, a discapito dei pedoni. Tutte queste ed altre istanze saranno proposte da noi nella commissione Commercio, certi che anche le associazioni sul territorio vorranno darci una mano per risolvere le loro criticità".
Reda Inde