“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Clamoroso dietrofront di Renzi sulla #BuonaScuola
Intervento del Capo dello Stato sulla questione dei 120mila insegnanti e precari. Uno studio OCSE PISA 2012 mette in luce i difetti del sistema
MATTEO RENZI COSTRETTO A RITIRARE IL DECRETO LEGGE SULLA SCUOLA. A Matteo Renzi glielo aveva fatto capire chiaramente il Presidente della Repubblica Mattarella, glielo aveva detto senza mezzi termini, insieme a tanti altri, perfino il Presidente della Camera dei Deputati Boldrini, che decretare con urgenza su materie così complesse e delicate come quella della scuola, è estremamente rischioso per lo stesso ordine democratico. Alla fine lo stesso pié veloce Matteo Renzi, ob torto collo, ha dovuto ritirare il decreto legge sulla scuola e trasformarlo in disegno di legge che sarà sottoposto al C.d.M. giovedì prossimo. La carne a cuocere è tanta e non riguarda solo lo scottante problema dell'assunzione dei 120.000 E forse più precari della scuola, ma la stessa organizzazione del sistema scolastico nel quale i docenti si dovranno inserire organicamente con una formazione professionale diversa da quella tradizionale. La "buona scuola", del premier, cavallo di battaglia renziano già dal giorno del suo insediamento a capo del governo, non può prescindere dagli studi comparati elaborati da importanti organizzazioni mondiali e europee come quello reso ufficiale recentemente dall'OCSE.
L'OCSE PISA 2012 IN UNO STUDIO METTE A NUDO I DIFETTI DELLA SCUOLA ITALIANA
L'OCSE P.I.S.A. 2012 ha elaborato i dati relativi di oltre 500.000 studenti quindicenni di 38 paesi nel mondo pervenendo alla conclusione che in Italia i professori caricano troppo di compiti i ragazzi a casa: in media 9 ore a settimana. In Finlandia ed in Corea, dove il sistema scolastico è eccellente, le ore sono meno un terzo che da noi. Dallo studio dell'OCSE emerge che l'organizzazione del sistema formativo nel suo complesso ed il livello di preparazione dei docenti, sono ben più importanti della mole dei compiti assegnati a casa dai professori. Sempre secondo l'OCSE la quantità di studio domestico ideale dovrebbe essere d 4/ 5 ore alla settimana. Il tempo impiegato oltre questo limite ha un impatto trascurabile sulla preparazione scolastica specialmente se impiegato nel fine settimana quando i giovani dovrebbero occuparsi di curare i rapporti familiari, amicali e ricreativi. Purtroppo nel nostro paese la scuola delega allo studio individuale domestico un compito di supplenza per le carenze del nostro sistema formativo scolastico che predilige la lezione frontale rispetto ad altre tecniche di apprendimento come il lavoro di gruppo ed il "problem solving". Un altro studio di ricerca (l'inglese The Economist Intelligence Unit), conferma i dati dell'OCSE e pone l'Italia al 25 posto di una graduatoria dopo i paesi dell'Est asiatico e di quelli del Nord Europa.
LA SCUOLA ITALIANA LUOGO DI DISCRIMINAZIONE SOCIALE
Comunque, che si lavora male in classe e troppo a casa (perfino nel week end) nel nostro paese, non è una novità. In una circolare del 1969 il ministero della P.I.invitava i docenti a ridurre il carico di lavoro domestico e vietava la consuetudine di dare compiti nel fine settimana. L'altra conclusione sconsolante a cui è arrivata l'OCSE è che, benché lo studio domestico sia scarsamente produttivo dopo le 5 ore settimanali, gli allievi che studiamo maggiormente a casa ottengono performance scolastiche migliori di quelli che studiano meno. Sono quindi più bravi i ragazzi che appartengono alle classi sociali privilegiate e quelli dei licei. La conclusione è che il nostro sistema scolastico, oltre ad essere meno performante dei paesi del Nord europa, è obiettivamente classista perché anziché ridurre le differenze tra i ragazzi che partono svantaggiati e quelli che non lo sono, addirittura le accentua.
Clemente Manzo