“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Cinquanta euro per uccidere un cucciolo di cervo. WWF: "Inaccettabile"
WWF si scaglia contro il tariffario della Regione
Non si placano le polemiche in Abruzzo sull’autorizzazione concessa dalla Regione per l’abbattimento degli esemplari di cervi. La decisione è stata presa in ordine del fatto che in questi ultimi anni i danni all’agricoltura sarebbero stati davvero molto elevati, così come gli incidenti stradali sempre più numerosi. Da qui la decisione di autorizzare un abbattimento selettivo di alcuni capi di animali. Naturalmente il WWF si oppone fermamente a questa proposta e propone, oltre alla revoca della delibera, un confronto con gli esponenti del governo regionale per affrontare in maniera organica e fattiva i temi dei danni all’agricoltura e del rischio di impatto con gli autoveicoli, che non possono essere risolti affidandosi agli spari dei fucili.
L’Appennino abruzzese è molto rinomato per la presenza del cervo, tanto che in autunno specialmente si scatena anche un importante turismo fotografico per via della stagione degli amori. Località come Villetta Barrea ad esempio nelle prossime settimane vedranno una grandissima affluenza di turisti e di fotografi provenienti da tutta Europa per osservare i combattimenti e gli amori di questi animali.
Nei giorni scorsi è stata lanciata anche una petizione che ha raccolto ben oltre 60 mila firme per impedire la caccia nei confronti di questo animale. Da quanto riportato dalla stessa associazione animalista, a tutti i cacciatori che abbatteranno questi animali verrà esercitata una ricompensa: ecco allora il testo della nota.
Allegato alla ormai nota delibera di giunta regionale n. 509 dell’8 agosto 2024, che ha approvato l’abbattimento di 469 cervi in due aree dell’aquilano, è presente un disciplinare che, tra le tante indicazioni, contiene anche un vero e proprio tariffario.
I cacciatori assegnatari dei capi da uccidere dovranno versare un contributo economico, chiamato premio, all’Ambito Territoriale di Caccia (ATC) di riferimento. Le tariffe cambiano in base all’età e al sesso degli animali abbattuti e alla provenienza del cacciatore.
Cinquanta euro per i piccoli minori di 12 mesi (perché, se non fosse ancora chiaro, si potrà sparare anche ai cuccioli!), cento euro per le femmine giovani e adulte, centocinquanta euro per i maschi giovani e duecentocinquanta euro per i maschi adulti. I cosiddetti premi aumentano se il cacciatore non è residente in Abruzzo tanto da arrivare fino a seicento euro per un maschio adulto!
Infine sulla nota del WWF si legge. "Altro fattore che desta non poche perplessità è una riflessione sulla densità dei cervi: l’Ispra, l’istituto deputato a rilasciare i pareri per gli interventi sulla fauna, indica come valore soglia per autorizzare la caccia di selezione quello di 2 capi/Km2. I comprensori 1 e 2 che in Abruzzo saranno interessati dal prelievo venatorio hanno rispettivamente valori di 2,58 capi/km2 e 2,39 capi/Km2, quindi di pochissimo superiori al valore soglia. Basti considerare che nell’Appennino Tosco Emiliano, una delle poche aree dove si fanno prelievi al di fuori delle Alpi, la densità è di 12 capi/100 ha (Km2) (“Linee guida ISPRA per la gestione degli Ungulati”). Anche volendo prendere per buoni i dati presentati dalla Regione, quindi, la presenza dei cervi non è affatto così alta da giustificare la strage che si sta per compiere”.