“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Ciclone sull'ex-ispettore
Giannatempo non conferma in aula quanto dichiarato a Zupo. Il pm Varone: «Trasmetto gli atti alla Procura»
NESSUN RINVIO - E' ripresa questa mattina il processo sulle presunte tangenti nel Comune di Montesilvano. L'inchiesta "Ciclone" vede coinvolti 32 imputati, tra cui l'ex sindaco Enzo Cantagallo, e sette società. L'udienza, presieduta dal giudice Carmelo De Santis, è incominciata con forte ritardo a causa del maltempo dei giorni scorsi, ma non è stato deciso il rinvio. Sono stati sentiti gli ispettori Tommaso Giannatempo, attualmente in pensione, e Franco Nonni della Squadra Mobile di Pescara.
VARONE ACCUSA GIANNATEMPO - Durante l'esame dell'ex ispettore della Digos di Pescara, Tommaso Giannatempo, il pubblico ministero Gennaro Varone ha chiesto al tribunale di trasferire gli atti alla procura per false dichiarazioni. Durante l'escussione del teste è emersa una contraddizione tra quanto dichiarato in aula e quello che fu sottoscritto nell'interrogatorio con Nicola Zupo. All'epoca l'ex capo della Squadra Mobile di Pescara stava indagando sul Comune di Montesilvano, ma ci fu una fuga di notizie. Giannatempo, tuttavia, ha seccamente smentito di aver ricevuto richieste di informazioni da parte di Lamberto Di Pentima, uno degli imputati del processo.
IL CONTROESAME DI NONNI - Anche l'ispettore di polizia Franco Nonni è stato esaminato dalla pubblica accusa e dai legali della difesa, al termine della deposizione del collega Giannatempo. Il suo è stato un esame lunghissimo, durato quasi quattro ore. Nonni ha sostanzialmente confermato la tesi dell'accusa presentando la ricostruzione - della Procura - sulle molteplici operazioni e le relative dazioni di denaro, comprese le assunzioni e le consulenze di piacere, che sarebbero state date in cambio dello scomputo degli oneri di urbanizzazione. Frequenti le interruzioni ed i battibecchi tra il pm Gennaro Varone e gli avvocati Sabatino Ciprietti e Giuliano Milia circa il modus operandi dell'interogatorio. Alle 16,30 il giudice De Santis ha dichiarato terminato l'esame, rimandando le parti all'udienza del 22 febbraio.
Red. Independent